L'eros in scena alla 18esima edizione di Armonie d'Arte Festival -VIDEO

Un evento di incredibile bellezza è stato quello che ha preso forma nel Parco Scolacium che ha goduto dell’incanto aggiunto di una luna eclissàtasi. Questa sera e domani il grande teatro greco, con la trilogia eschilea "Orestea"

 

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di Redazione
28 luglio 2018
12:56

Arrivato alla sua 18ma edizione, quest’anno “Armonie d’Arte Festival” ha come tema, “eros”. Il festival è stato ospitato a Scolacium, storica città della Magna Grecia, in un venue che desta grande stupore per la sua bellezza: il Parco Archeologico Scolacium che, per l'occasione, diventa un'agorà dello spirito dove musica, teatro, danza, leggenda e storia di ieri e di oggi s’intersecano, nel segno della cultura.

 


“Cruda Carne” è il nome della coreografia andata in scena ieri, che conferma l’indirizzo della ricerca e della sperimentazione perseguito da tempo dal Festival calabrese, ideato e diretto da Chiara Giordano, e che ha incantato con i suoi passi a due un pubblico rimasto ammaliato, quasi sospeso, fra terreno e divino. La rappresentazione gode la produzione originale di Armonie d’Arte Festival.  Nell’atto unico di danza contemporanea si sono esplorati i confini dell’Eros, attraverso una fisicità plastica e pittorica dei corpi dei ballerini, una carnalità sinuosa e senza veli, dolcissima talvolta e a tratti violenta, sempre intensa e ammaliante, mai scontata, portando oltre ogni aspettativa lo sguardo dello spettatore. Primo ballerino, Filippo Stabile che vanta origini calabresi e che vanta di estro, profonda sensibilità e grande vena creativa ed espressiva.

 

Ad amplificare immagini, suggestioni e visioni proibite, le magnifiche musiche di Wagner, Orff, Pergolesi, e la voce narrante di Alberto Micelotta, che a tratti pareva riemergere dalle profondità del luogo e raggiungere la luna oscurata e poi, come l'arte richiamata a nuova vita, riapparsa, con la sua interpretazione delle più belle poesie erotiche di tutti i tempi, da Saffo a Baudelaire, da Nosside a D’Annunzio, da Neruda a Merini. Ad appagare ogni desiderio evocato e suscitato, per il piacere dei cinque sensi, infine una deliziosa e molto gradita cena, in cui l’arte di far sposare i cibi di Afrodite con una tavola moderna, è stata esercitata magistralmente grazie alla ricerca sui menù come sempre accurata di Maria Gullì, e la traduzione nel piatto dell’abile squadra di Daniela Carozza e Giampiero Ferro.

«Questa sera siamo emozionati - ha confessato al suo pubblico Chiara Giordano in esordio di serata - perché lo Stato italiano ha voluto riconoscere i nostri sforzi e assegnarci il suo sostegno: cosa rara per la nostra regione, e infatti siamo il solo Festival  musicale e multidisciplinare ad aver ottenuto tale importante risposta dallo Stato, Dipartimento dello Spettacolo dal vivo Fus (Fondo Unico Spettacolo). A ciò si aggiunge la magia di questa serata, dei nostri artisti che seguiamo con impegno con le nostre produzioni originali, e in più della luna, che se avessimo potuto immaginare e dipingere, avremmo messo proprio lì, dove la maestosa natura di Scolacium stasera l’ha incorniciata, fra le pietre millenarie dell’abside normanna».

 

Le prossime prossime serate in programma si annunciano imperdibili. Questa sera e domani il grande teatro greco, con la Trilogia Eschilea "Orestea". Il 3 agosto lo straordinario “Balletto del Sud” ne “Le Quattro Stagioni”, performance di teatro, musica e danza in due atti. E poi grande ritorno della lirica al Parco Archeologico Scolacium, il 7 agosto, con Opera Lab - La Traviata di Giuseppe Verdi, con la direzione dell’apprezzatissimo Leonardo Quadrini. 

 

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