Il teatro come forma di rivalsa sociale. Il teatro come forma artistica di pregio che impegna giovani studenti in realtà in via di spopolamento. È stato questo l’intento della scuola secondaria di primo grado “Leonardo da Vinci” del centro storico di Rossano che ha messo in scena al teatro Amantea-Paolella il Canto di Natale di Charles Dickens. I ragazzi si sono distinti abilmente nell’interpretazione dei personaggi del celebre racconto di Dickens che, oggi più che mai, vuole insegnarci a prenderci cura dei nostri affetti, ad amare noi stessi e gli altri con altruismo e generosità. 

I ragazzi sono più abili degli adulti a creare mondi immaginari e metafore, ecco perché nel teatro mettono in campo abilità del tutto straordinarie, che possono arricchire l’adulto e contribuire a comprendere la complessità del mondo. “Il teatro è poesia che esce da un libro per farsi umana”, diceva Federico Garcia Lorca.

Il cast

L’istituto comprensivo Rossano 1, guidato dal Dirigente scolastico Mauro Colafato, è soddisfatto del livello dei partecipanti e dell’impegno che hanno profuso nelle attività svolte dai docenti. Gli attori in ordine di apparizione sono stati: Michele Roberto (Scrooge), Davide Bosco (Sig. Bob), Giuseppe Marincola (Fred), Simona Campana (Benefattore), Maria Grazia Esposito (Benefattore), Davide Scorza (Fanciullo), Andrea Matalone (Fanciullo), Diego Gallina (Voce fuori campo), Alfonso Calabrò (Rock Marley fantasma), Ivan Capalbo (Spirito del Natale Presente, Passato e Futuro), Bina Graziano (Mary). Coristi: Arianna Grillo, Pasquale Barbieri, Bina Graziano, Alessia Gallina, Theodora Kora. Hanno lavorato alla realizzazione della commedia in tre atti i docenti Cinzia Traino, Maria Gabriella Cerchiara e Francesco Murrau.

Le attività laboratoriali a scuola

Per il prof. Francesco Murrau, attività di questo tipo sono essenziali per una didattica completa ed efficace. «A scuola si parla spesso di competenze da acquisire, credo che questo sia possibile davvero solo con le attività laboratoriali: i ragazzi hanno bisogno di mettersi alla prova e imparare sul campo. L’evento di oggi ha significato non solo dare visibilità a ragazzi eccezionali che abitano il centro storico, ma anche offrire uno spiraglio di luce a questa realtà che è messa al margine dal contesto cittadino urbano» ha concluso il prof. Murrau.

Il centro storico come luogo sano in cui vivere

Una prospettiva futura per il centro storico che non vuole essere solo luogo di attrazione turistica ma anche fulcro della vita sociale della città, nel tentativo di arrestare quel processo impetuoso dello spopolamento verso il mare. Condivide questa visione il primo cittadino di Corigliano- Rossano, che qui ha frequentato le scuole medie e qui intende mandare sua figlia quando avrà l’età necessaria. Stasi elogia l’operato della scuola, che dimostra di essere una scuola che funziona e laddove funziona la scuola funziona la città. Ecco perché il centro storico è luogo ideale per costruire la propria abitazione princioale, dove le famiglie possono vivere serene e la socialità può avvenire senza preclusioni di sorta.