E’ stato costruito sopra i resti di un antico foro romano il sagrato della chiesa di Capo Colonna. Ora, finalmente, è stata tolta la prima lastra di cemento dando ragioni alle associazioni che da tempo avevano polemizzato con la Soprintendenza Archeologica Regionale responsabile a loro dire della vergognosa colata di cemento.
Ma la battaglia delle associazioni Sette Soli e Gettini di Vitalba e del comitato “Salviamo Capo Colonna” continua. E così hanno inviato al Polo museale della Calabria, alla Soprintendenza Archeologia regionale e per conoscenza anche al Segretariato regionale Beni culturali e paesaggistici Calabria, alla Prefettura di Crotone, ai Carabinieri Nucleo tutela patrimonio Culturale, un dettagliato dossier in cui sono raccolte le criticità del Parco archeologico e del Museo nazionale annesso. Criticità talmente gravi da mettere a repentaglio anche l’incolumità dei visitatori,, ma su cui al momento vige il segreto, visto che sono considerate argomenti troppo delicati per potere essere resi noti.
Ma pericoli ci sarebbero anche per gli stessi reperti archeologici e per i visitatori. Le associazioni chiedono ascolto, ma accusano anche Eni, MiBact, Comune di Crotone e Area Marina Protetta di operare in solitario, senza avviare collaborazioni e senza rendere gli altri partecipi nonostante la situazione sia decisamente articolata.