Armando ha conseguito la laurea specialistica in Scienze Politiche con 110 e lode presso l'Università di Bologna. Parla fluentemente 3 lingue straniere (inglese, tedesco e francese). Ha numerose esperienze come speaker radiofonico e di radiovisione con Studio 54 Network, spesso in diretta. Un giovane appassionato: di musica e di viaggi. Ma con la Calabria nel cuore.

Diciamo subito chi è Armando Quattrone.

«Sono un creativo! Mi piace molto scoprire, conoscere e creare. La mia principale forma di espressione è scrivere canzoni e cantare. Dal vivo poi trovo la mia dimensione! Mi piace quando il pubblico diventa parte del concerto e io divento quasi spettatore della meravigliosa influenza che la musica ha sulle persone».

Di quale comune sei e cosa hai fatto prima di cominciare a viaggiare?

«Nato a Locri e vissuto a Marina di Gioiosa Ionica fino a 18 anni. Prima di cominciare a viaggiare fisicamente ho iniziato a viaggiare sule ali della musica. La prima chitarra, le prime canzoni per raccontarmi e le prime serate in giro nelle piazze della zona».
 

Quando hai iniziato a partire? E dove sei stato?

«A 18 anni sono andato a studiare Scienze Politiche a Bologna. Adoro capire la società e studiare come migliorarla. Laureato con 110 e lode, ho pensato di perseguire la carriera accademica. Mi sono trasferito per questo ad Amburgo in Germania nel 2011, dove ho iniziato un Dottorato di ricerca in Scienze politiche presso la Facoltà di Sociologia. Però dentro di me covava da sempre il desiderio di esprimere una creatività emotiva, entrare in contatto con le persone tramite la musica e specialmente far sentire la mia voce. E proprio quando pensavo di dovere rinunciare a tutto questo, ho trovato il successo nella stupenda città di Amburgo».

Hai vissuto tanti anni all'estero. Tu sei musicista e la tua musica è arrivata ovunque.

«Sì, sono stato di base ad Amburgo fino al lockdown del 2020. Quella volta restai bloccato in Calabria e pensai: è un segno del destino! Dal 2012 ero stato sempre in giro in tour e sentivo il bisogno di riavvicinarmi dove mi sento a casa. Sono di casa in molti posti in verità, il fatto di parlare l’inglese e il tedesco come un madrelingua mi aiuta in questo, ma di casa ce n’è una sola.
Ho suonato da Tenerife a Praga, che è praticamente diventata la mia terza casa per quanti concerti sto facendo; passando dall’Inghilterra, Maiorca, Amsterdam, Viena, Zurigo, Parigi e ultimamente suono spesso anche a Varsavia. Semplicemente prima partivo da Amburgo e dal 2020 parto dalla Calabria. Viaggio insieme alla band di musicisti calabresi ed ogni tour diventa una gita tra amici. È una fortuna poter allo stesso tempo viaggiare per fare musica in Europa e vivere in Calabria».

L'attività giornalistica scorre nelle vene della famiglia di Armando.

«Sì, mio padre, ora in pensione, è stato giornalista radio e tv della Rai, per la carta stampata nel “Giornale di Calabria” e da ultimo “Il Quotidiano del Sud”. Sono nato e cresciuto circondato da giornali, riviste e tantissimi libri. La mia voglia di conoscere, capire e creare ha trovato sempre terreno fertile in casa. Proprio i miei genitori mi comprarono la prima chitarra elettrica invece del motorino che allora compravano tutti. Direi che grazie alla chitarra ho fatto molti e molti più chilometri di qualsiasi motorino».

“Peppe” è la canzone che ha avuto un notevole successo.

«La ritengo la mia canzone più di successo perché ha commosso mia madre. È la storia di quello che nella canzone poi si scopre essere appunto mio Zio Peppe, emigrato dalla Calabria negli anni 60 in Francia ancora minorenne, che non ha fatto più ritorno a causa di un incidente sul lavoro. Per questo la Consulta Regionale dei Calabresi all’estero l’ha scelta per celebrare i lavoratori calabresi nel mondo il Primo Maggio 2022.
Le mie canzoni che conoscono tutti sia in Germania che in Italia sono ad esempio “Quando si”, che solamente su Spotify ha fatto 1 milione di ascolti ed è stata scelta come la canzone del concorso Balla Calabria su LaC nel 2023. “Maria” è la canzone che ho cantato di più sulle tv nazionali tedesche, arrivando a milioni di persone negli show del sabato sera e della domenica. Ma tutto è iniziato con “Positivo”, il mio primo singolo che ha fatto subito il botto. Tutto grazie allo spot tv della Aperol, che ha scelto proprio questa canzone per arrivare nelle case di tutti i tedeschi. Subito il pezzo è diventato la Summer Hit 2015 scelta dalla radio pubblica tedesca NDR, che sarebbe come la RAI italiana. Sono arrivati così anche i piazzamenti nelle classifiche radiofoniche, i mega-concerti in diretta tv nazionale e il contratto discografico con la major Universal Music».

Viaggi spesso, sei spesso all’estero, ma cosa ti attrae dei paesi dove vai?

«Grazie alla musica ho scoperto luoghi, persone, lingue del mondo che non avrei altrimenti mai conosciuto. Di questo sono enormemente grato a chi ascolta la mia musica, viene ai concerti e mi chiama a suonare dalla Calabria in tutta Europa. Ho proprio un bel lavoro! Credo di dare in cambio entusiasmo, energia e qualche nota romantica ovunque vado. La musica veicola vibrazioni che vanno al di là dei confini. Questa è la magia di suonare ed entrare in contatto con il pubblico in paesi come la Cechia o la Polonia, che in italiano capisce solo grazie e buon appetito! Ma con la musica riusciamo a capirci e a unirci tutti».

E cosa ti spinge a tornare ogni volta in Calabria?

«Il fatto che sto bene in Calabria! Credo che lo faccio vedere anche all’estero con i videoclip musicali che giro nella nostra regione. Lo faccio con le canzoni ispirate alla tradizione musicale calabrese come “Tarantella Reggae” e alla gloriosa storia dimenticata della nostra terra in “Fiero di te” e alla pura nostalgia di casa che racconto “In Calabria”. L’esperienza più bella del ritorno è stato quando sono stato invitato nella scuola elementare del mio paese e tutti i bambini cantavano la canzone “Made in Marina” che ho scritto per loro. L’ultima entusiasmante esperienza è stata scrivere “Tocca a te” insieme alla comunità multiculturale di Camini, vicino Riace. Un paese fatto di mille provenienze ma di un unico destino di comunità che vuole vivere bene insieme. Questa realtà stupenda l’ho conosciuta tornando in Calabria. Per ironia della sorte la prima volta che ci sono stato, ho incontrato una troupe televisiva tedesca che girava un reportage su Camini. E io manco sapevo che esisteva! Vedere tutti i bambini che cantano quella canzone a squarciagola mi fa capire quanto la musica può arrivare al cuore, unire e rendere più bella la vita di tante persone tutte meravigliosamente diverse».

Dove vedi il tuo futuro?

«Ovunque ci sia qualcosa di bello da creare insieme a belle persone».

Perché tanti giovani lasciano la Calabria?

«Preferisco farmi la domanda inversa: cosa può spingere tanti a tornare in Calabria? E mi chiedo anche come attirare tanti giovani del mondo a trasferirsi qui in Calabria! Io sono rientrato e sto facendo scoprire a tanti che si può vivere in Calabria lavorando all’estero. Questa terra è baciata dalla fortuna ma i calabresi non sono stati capaci di creare una società all’altezza di tanto ben di Dio. Siamo una società bullizzata ed è il momento di risvegliarci, riscoprendo la fiducia in noi stessi e realizzando il potenziale immesso che abbiamo. Tanti vedono una crisi. Io vedo un’opportunità. Cogliamola!».