A parlare della sua personale esperienza, Vincenzo Neri, portavoce Cittadinanzattiva Vibo: «Il mio racconto è uno dei tanti che giornalmente ci vengono segnalati. Così gli utenti sono costretti a rivolgersi al privato e pagare anche profumatamente»
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Visite specialistiche prenotate a distanza di anni, appuntamenti cancellati all’ultimo minuto, ospedali carenti di servizi e sanitari devastati da turni massacranti. La sanità, in terra calabrese, ha tante sfumature. Da un lato ci sono gli operatori, medici altamente preparati, costretti a operare in strutture di “frontiera”. Dall’altro ci sono pazienti allo sbando costretti a curarsi per via privata nella migliore delle ipotesi, oppure a emigrare al Nord. Al centro, un’organizzazione sanitaria che tenta di risalire la china. Un processo lungo dopo anni di depauperazioni e caos.
L’ultima testimonianza arriva da Cittadinanzattiva Vibo Valentia. In particolare, dal portavoce Vincenzo Neri che, alle prese con un problema di salute, ha sperimentato quanto quotidianamente segnalato al sodalizio da decine e decine di pazienti: «Tagli di nastri, bandierine ora pure un portale Sanibook per raccogliere i reclami dei pazienti ma sulla sanità vibonese – ci racconta - la musica non cambia. È sempre una questione di sopravvivenza». Neri parla della sua personale esperienza con grande amarezza: «Ho avuto la necessità, per questioni legate alla mia salute (di circolazione sanguigna), di prenotare una visita medica specialistica. La prima data utile era dell’autunno 2024. Sono rimasto basito».
Tempi pachidermici che si scontravano con la necessità di addivenire a una soluzione della problematica: «Per carità- ci spiega- nessuna gravissima patologia ma non potevo attendere tutti questi mesi, così mi sono rivolto ad uno specialista privatamente». L’esponente del sodalizio vibonese è amareggiato: «Il mio è solo un racconto in mezzo ad una infinità di racconti che giornalmente riceviamo come Cittadinanzattiva. I medici sono pochi, i tempi per le visite di dilatano. C’è chi rinuncia perfino a curarsi perdendosi nei meandri di centralini, spid, cambi di medici, ticket». Continua a leggere su IlVibonese.it