Da oggi due primari dell’ospedale di Locri andranno in pensione. Si tratta dei responsabili dei reparti di Urologia e Gastroenterologia della struttura di contrada Verga. Ma mentre nel primo ci saranno due medici a garantire i servizi essenziali, nel secondo ogni esame di routine o di emergenza sarà sospeso, nonostante la disponibilità di un bravo dirigente medico, proveniente dal Piemonte ed attualmente in forza al reparto di Chirurgia. Forte preoccupazione per la situazione è stata espressa dal presidente del tribunale per i diritti del malato Pino Mammoliti.

«Io non so più che strada seguire per fare capire ai vertici aziendali e regionali (Di Furia e Occhiuto) che è assolutamente indispensabile alzare il livello di attenzione sull'ospedale rendendolo funzionante in ogni reparto – è l’allarme lanciato dal presidente del tribunale per i diritti del malato Pino Mammoliti - Ho promosso iniziative pubbliche, ho rivolto appelli tramite giornali e televisioni, spesso sostenuto da gente comune e da rappresentanti di altre associazioni, ho scritto lettere di benevole speranze, ho sporto denuncia presso la Procura della Repubblica, ma niente di niente. Con questo non voglio dire che cambia la mia tensione ideale e fisica nei confronti dei due, anzi aumenterà in parole ed azioni, se possibile più dure».

Ma cosa succederebbe se quanto accaduto giorni fa all’ospedale di Tivoli, dove un incendio ha causato la morte di tre anziani ricoverati, si verificasse all’ospedale di Locri? Per il presidente del tribunale per i diritti del malato «sarebbe un disastro totale. Nerone verrà evocato in secondo piano rispetto ai danni che potrebbe provocare un incendio al nosocomio locrese».

Secondo quanto si è appreso «mancano un piano di emergenza e una scala di anti incendio che possa mettere in sicurezza sia il personale all’interno sia le persone ricoverate. Questo è un ulteriore dato di preoccupazione – ha ribadito Mammoliti - Sono tasselli che andrebbero indagati e risolti da un coordinamento tra il commissario Di Furia e il governatore Occhiuto. Se questo dato non preoccupa minimamente i vertici della sanità regionale e provinciale, allora dobbiamo essere noi a procedere ad un’azione rivoluzionaria che tenga conto dei diritti della comunità locridea e trovare le forme per tutelarci. Se accadesse un disastro del genere qui ci sarebbe da impazzire, e la responsabilità è da ascrivere totalmente ai vertici aziendali. Questo è un loro limite ed è un credito che i cittadini della Locride vantano nei confronti di questi signori».

Ieri intanto il commissario dell’Asp reggina Lucia Di Furia ha è stato in ospedale per un briefing con il direttore sanitario ospedaliero Giuseppe D’Ascoli e il sindaco di Locri Giuseppe Fontana. Presente anche un folto numero di personale medico e paramedico.