Dopo 14 mesi tribolati sono ripartiti questa mattina i lavori all’ospedale della Sibaritide. Negli uffici dei cantieri è stato sottoscritto il verbale di (ri)consegna dei lavori, il cui cronoprogramma pone come obiettivo il 7 aprile 2026. Sarà quello il giorno – sulla carta – della consegna chiavi in mano dell’imponente infrastruttura sanitaria. Dal giorno successivo, teoricamente e se tutto dovesse filare liscio, l’ospedale della Sibaritide potrebbe iniziare ad accogliere i primi pazienti.
Come ormai stabilito tra le parti – la Regione nella sua veste di concedente e la concessionaria D’Agostino Spa – la variante tecnico-economica approvata lo scorso 29 marzo con un decreto del commissario ad acta e governatore, Roberto Occhiuto, farà lievitare il costo dell’ospedale a 292 milioni di euro, di cui 253 provenienti da fonti di finanziamento pubbliche.
Una variante servita per aggiornare un progetto rivisto l’ultima volta nel 2019, anche dal punto di vista sanitario e tecnico, con tutta una serie di upgrade relativi alle normative post-Covid, energetiche e comunitarie.
Una «sfida nella sfida», è stata definita dal project manager, Domenico Petrone, figura cardine nella pancia dei cantieri di Insiti che vive ormai da anni sulla propria pelle, da professionista originario di Corigliano Rossano.
Il giovane ingegnere prevede lavori a pieno regime subito dopo l’estate con circa 300 persone impiegate tra operai, tecnici e manager.

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Petrone: «Ripartiamo con grande entusiasmo»

«Ripartiamo – ha dichiarato Petrone a LaC News24 – con lo stesso entusiasmo del giorno in cui ho accettato l’incarico. Per me che sono originario di Corigliano Rossano la conclusione dell’opera rappresenta la sfida delle sfide che accolgo con un obiettivo: se l’8 aprile è il giorno della ripartenza dei lavori, la meta è la data di consegna prevista dal cronoprogramma, il 7 ottobre 2026. Ripartiamo col contratto di consegna dei lavori e più determinati di prima, perché vogliamo giungere alla consegna dell’opera nei tempi previsti dal cronoprogramma».
Da oggi in poi, con l’ok a poter operare, «in conformità con gli aspetti tecnici, quindi la perizia di variante sanitaria e tecnologica necessaria ad aggiornare il progetto datato al periodo pre-pandemico, inizieremo a cantierizzare le opere necessarie – ha spiegato ancora Petrone – a concludere l’infrastruttura. Ci sarà una prima fase di apprendimento per riportare il cantiere ad una produzione elevata e credo che subito dopo l’estate il cantiere viaggerà a pieno regime con circa 300 tra operai, tecnici, manager.
Il concessionario consegnerà la struttura chiavi in mano, non solo dal punto di vista edilizio-impiantistico ma completo di tutti gli arredi e le apparecchiature sanitarie. E tutto questo entro 30 mesi a partire da oggi».

Straface: «Giornata storica, diamo risposte al territorio»

All’atto della firma, questa mattina ad Insiti c’era anche Pasqualina Straface. «Questa – ha commentato la candidata sindaco di Corigliano Rossano, soprattutto da presidente della commissione regionale Sanità – è una giornata storica per la città di Corigliano Rossano ed il territorio. Con la firma sul verbale di consegna dei lavori ripartono le attività del cantiere dell’ospedale della Sibaritide, peraltro con un obiettivo preciso, il 7 ottobre 2026. Oggi tutti i tasselli sono stati messi al loro posto, a partire dal decreto firmato lo scorso 29 marzo dal commissario ad acta e presidente della Regione, Roberto Occhiuto, fino al verbale di consegna del lavori sottoscritto questa mattina. La battuta di arresto non è certo da imputare alla volontà politica di concludere l’opera ma alla necessità di aggiornare il progetto con una variante tecnica e sanitaria dettata dalla normativa sanitaria post-Covid e dal caroprezzi. Il progetto costerà 253 milioni di euro di soli fondi pubblici (292 complessivi, ndr) e se siamo qui oggi lo dobbiamo all’autorevolezza del presidente della giunta regionale. Con la sottoscrizione dei verbali e la riconsegna dei lavori, finalmente ripartono i cantieri dell’ospedale della Sibaritide. La struttura rappresenterà la risposta sanitaria d’eccellenza al territorio. Con le innovazioni tecnologiche previste – conclude Straface – sarà attrattiva per i tanti medici di questo territorio che oggi prestano le loro competenza professionali in altre regioni o all’estero».
Non resta, dunque, da attendere altri trenta mesi. Imprevisti permettendo.