È stata una giornata particolarmente intensa per i soci e i volontari di Oncomed quella di oggi in occasione della Giornata Mondiale contro il Cancro.
La giornata è iniziata in ospedale con la donazione ai pazienti oncologici di 52 bellissimi foulard in pura seta realizzati dal giovanissimo stilista cosentino Elio Guido. Una “carezza” che i volontari dell’associazione hanno voluto fare ai degenti dell’Annunziata. Ma quello per cui si caratterizza Oncomed è soprattutto la diffusione della cultura della prevenzione e quindi il clou della giornata si è avuto nella sede di piazza Kennedy.

Ad accogliere i cittadini interessati al tema c’erano le due instancabili volontarie, Marcella e Brunella, che hanno preparato per tutti delle buonissime tisane come momento di accoglienza. La forza dell’associazione sta tutta qui, nell'offrire un approccio familiare, umano alla cura. Un approccio che spesso nelle strutture ospedaliere pubbliche, a causa dei carichi di lavoro cui sono sottoposti i medici, non sempre si riesce ad offrire. Qui invece ogni gesto ha un senso, ogni momento è studiato, a partire anche dalla scelta dei colori caldi e non da “ambulatorio” delle stanze dell’associazione, per mettere il più possibile a proprio agio chi si rivolge all’associazione.
Così ieri fra un dolcetto e una tisana i medici volontari e i soci di Oncomed hanno ribadito quali sono i tre pilastri che costituiscono la base della prevenzione ovvero la diagnosi precoce, una sana alimentazione e un corretto stile di vita.

È stato il dottor Giovanni Nicotera a chiarire al meglio questo concetto esponendo una sorta di decalogo della prevenzione. Purtroppo i dati, anche riferiti alla Calabria, non sono incoraggianti. Le patologie oncologiche, ma anche quelle vascolari sono in netto aumento. I dati dicono che ogni anno sono circa 390mila le nuove diagnosi di tumore in Italia. Un dato che si può abbassare solo attraverso la prevenzione. Purtroppo anche in questo campo, soprattutto per una questione culturale, la Calabria segna il passo. Per quanto riguarda gli screening oncologici, la nostra regione si attesta su numeri bassissimi: siamo attorno al 10%. Per questo Oncomed mette in campo una serie di azioni di sensibilizzazione sul tema e cerca di ascoltare il più possibile i pazienti che si recano al centro.

Come spiega la dottoressa Stefania Galassi, radiologo ospedaliero e volontaria da quattro anni di Oncomed, è molto importante effettuare non solo gli screening, ma soprattutto i follow up successivi. Il problema è che spesso i pazienti non portano analisi o diagnosi precedenti che invece sono importantissimi. «Al centro noi oltre a schedulare i pazienti – ci spiega – dedichiamo molto tempo all’ascolto e cerchiamo di dare informazioni che spesso in altre strutture per questioni di tempo non vengono date. Noi spendiamo molto tempo a far capire alle persone alcune informazioni che poi sono vitali, soprattutto sul fronte della prevenzione». Dopo la fase di ascolto e di diagnosi, gli specialisti di Oncomed consigliano agli eventuali pazienti quello che è il migliore percorso di cura, naturalmente rigorosamente in strutture pubbliche.

Stessa cosa fa Francesca Bianco, biologo nutrizionista clinico, volontaria di Oncomed da cinque anni. Lei punta tantissimo sulla dieta mediterranea e sulle qualità prodigiose dei prodotti della nostra terra. A partire dalle qualità organolettiche della nostra frutta e della nostra verdura a partire dal cavolfiore, dal cavolo, dai nostri legumi e tanti altri prodotti. Insomma una cura a tutto campo, in un clima di grande familiarità.

Stanca, ma sempre con il suo bellissimo sorriso la presidente Francesca Caruso che racconta con grande entusiasmo i risultati raggiunti dall’associazione, ben consapevole però che la strada da fare è ancora lunga. «Noi ce la mettiamo tutta per diffondere la cultura della prevenzione perché quella è la principale forma di cura. Non posso fare altro che ringraziare gli specialisti che dopo il loro lavoro vengono qui ad offrire gratuitamente e con grande entusiasmo le loro competenze».