Il gigante dorme sepolto tra fitta vegetazione, sprofondato al centro dell'Istmo di Catanzaro. In una posizione equidistante da Catanzaro a Lamezia Terme; punto strategico tanto d'essere attualmente sede di una postazione territoriale di emergenza. Ed è oggi quel che rimane a Girifalco, assieme ad un polo ambulatoriale, della megastruttura nata negli anni 70 per ospitare un ospedale psichiatrico, appena prima dell'approvazione della legge che sopprimeva tali istituti. «La struttura è nata negli anni 70 del 900 - conferma il sindaco di Girifalco, Pietroantonio Cristofaro - ed è rimasta ferma per oltre cinquant'anni».

Mai entrato in funzione. Limitativo parlare di monumento allo spreco, assieme alle pareti scrostate dal tempo qui sono state abbandonate anche le speranze di numerosi cittadini a cui è stato negato il diritto ad avere servizi assistenziali anche elementari a due passi da casa. «Si tratta di una struttura che potrebbe ospitare tantissimi servizi - aggiunge ancora il sindaco -. Ma attualmente viene utilizzata solo in piccolissima parte: abbiamo la sede del 118, abbiamo i servizi territoriali di base e poi l'Asp la sta utilizzando come archivio».

Dopo anni di politiche di smantellamento dei servizi sul territorio, oggi l'ex ospedale psichiatrico potrebbe diventare ospedale di comunità. Inserito nel programma operativo regionale e destinatario dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza: «Qui potrebbero sorgere servizi di base, utili ad alleviare il carico dei grandi ospedali effettuando piccoli interventi o attività di recupero post operatorio». Venti posti letto, due milioni e seicentomila euro per una struttura al servizio di un bacino di utenza di nove comuni: trentamila abitanti.

«È una struttura che nonostante abbia oltre cinquanta anni di vita è ancora oggi all'avanguardia sia da un punto di vista architettonico che strutturale. Chiaramente gli oltre sessantamila metri quadrati di costruito sono a servizio di tutto il comprensorio» conclude il sindaco.