Una vera e propria emorragia di medici al Pronto Soccorso di Vibo: «Fino al 2020 potevamo contare su 18 medici. Poi abbiamo assistito a una vera e propria fuga dei camici bianchi. Quattro sanitari si sono dimessi. Altri quattro hanno ottenuto il trasferimento. Tre sono in malattia da mesi e un sanitario è in servizio con prescrizione. Quelli effettivamente operativi sono solo sei».

A conti fatti solo un terzo dei camici bianchi destinati al pronto soccorso è in servizio. L’elenco dei medici in fuga è lungo tanto da avere determinato una situazione emergenziale al pronto soccorso, con i sanitari costretti a turni massacranti e vittime troppo spesso di aggressioni da parte dell'utenza che lamenta i disservizi. «La situazione al pronto soccorso di Vibo Valentia è drammatica», lo ammette senza giri di parole il commissario dell'Asp Giuseppe Giuliano, che raccoglie il grido d'allarme dei sindacati di categoria. Cgil, Cisl e Uil nei giorni scorsi hanno proclamato lo stato di agitazione.

Difficile intravedere una soluzione. «Stiamo percorrendo tutte le strade per reclutare personale - spiega - ma ad oggi ogni tentativo è stato fallimentare». L'ultimo provvedimento emanato è di venerdì scorso e prevede la possibilità per i sanitari in servizio in altri reparti dello Jazzolino di coprire un turno mensile al pronto soccorso, così da dare ossigeno al reparto. Stiamo solo aspettando la disponibilità dei sanitari per poterli inserire nei turni», dice fiducioso, anche se ad oggi nessuno si sarebbe ancora fatto avanti.

Questa è dunque solo l'ultima di una serie di azioni amministrative. «I concorsi per reclutare personale a tempo indeterminato sono stati replicati per assenza di domande. I tentativi a tempo determinato sono tuttora in corso. Abbiamo autorizzato i medici a prestazioni aggiuntive a 100 euro. Le abbiamo provate tutte - ammette - , abbiamo adottato soluzioni fantasiose, ma senza successo. Per mettere ordine e rendere più appetibile l'ospedale di Vibo, abbiamo affidato gli incarichi al personale sanitario». Una poltrona che scotta la sua, al secondo incarico a Vibo Valentia. «È una provincia difficile, anche se bisogna ammettere che la carenza di medici - sottolinea Giuliano - è un problema che riguarda tutta Italia. Vibo non è una città appetibile. Penso sia un problema subculturale. Le condizioni strutturali dell'ospedale di Vibo certo non aiutano».

Ad ogni modo Giuliano intravede uno spiraglio di luce, riguarda il concorso a tempo indeterminato per reclutare medici al pronto soccorso. «Solo 7 i partecipanti e 3 gli ammessi - fa sapere -. Ora manca solo l'ok della commissione che si riunirà a breve. Le procedure dovrebbero concludersi entro un mese. Il timore è che i vincitori del concorso finiscano per rinunciare. È capitato spesso qui da noi. Il sistema di reclutamento - spiega - ha dei limiti. Le graduatorie infatti possono essere utilizzate da altre aziende sanitarie. E così chi viene ammesso spera di potere prendere servizio nelle aziende di appartenenza. E così i medici se ne vanno».

Per decongestionare il pronto soccorso, una risposta utile la potrebbero fornire le guardie mediche. Peccato che anche queste siano scoperte. Ha fatto discutere la comunicazione poi affissa sulla sede chiusa di Vibo Marina: «Per emergenze - si leggeva nel cartello poi dismesso - chiamare il 118 o recarsi in Pronto soccorso». Una situazione che conosce bene il commissario Giuliano: «Anche lì abbiamo difficoltà a reperire il personale. I medici hanno così poca concorrenza che possono scegliere liberamente dove e quando lavorare. Il numero chiuso all'università rende questa categoria una merce rara».

Il commissario è preoccupato e lancia quello che appare come un appello: «I medici dovrebbero essere più disponibili nei confronti dell'Asp di Vibo».

Infine, un passaggio è dedicato all'ospedale di Serra San Bruno e alla battaglia intrapresa da un comitato cittadino, che il 16 dicembre ha organizzato un sit in di protesta davanti alla cittadella regionale. «È un ospedale disagiato che intendiamo risollevare. Abbiamo previsto la riapertura degli ambulatori di chirurgia due volte a settimana e stiamo lavorando all'apertura di un reparto per la riabilitazione». Poi, rassicura la popolazione di Serra San Bruno il commissario dell'Asp: «Gli impegni che ho assunto - conclude - verranno mantenuti, tempi burocratici permettendo».

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