I pazienti dializzati del Reggino nuovamente alle prese con posti risicati in ospedale e un servizio sul territorio difficilmente raggiungibile. Così in molti sono stati dirottati in altre strutture del comprensorio per l’ottenimento delle terapie. Emblematica la storia di una 90enne, costretta a dover combattere con una mala organizzazione oltre che con la malattia invalidante. 

 La storia viene raccontata dalla figlia: «Nei primi mesi del 2021 a seguito di peggioramento delle patologie patite da mia madre – spiega – viene ricoverata presso il reparto di Nefrologia del Gom. Dimessa con necessità di effettuare tre volte la settimana sedute dialitiche presso il centro Dialisi di Reggio Calabria». Successivamente l’anziana viene informata che dovrà effettuare la dialisi presso la casa della salute di Scilla.

«Mia madre, già molto sofferente per le patologie da cui è affetta, aggravate dalla nuova situazione (sia dal punto di vista fisico che psichico”) chiede di poter rimanere presso il nosocomio reggino. Anche in considerazione della notevole difficoltà del viaggio fino a Scilla per una novantenne». Continua a leggere su IlReggino.it