Raccolti dati su 180 pazienti fra gli 80 e i 94 anni: si tratta della prima ricerca volta a cercare terapie su misura per gli anziani. Ha collaborato anche il dottor Massimo Gentile della Ematologia di Cosenza
Tutti gli articoli di Sanità
PHOTO
Ha coinvolto 180 pazienti fra 80 e 94 anni reclutati in 23 centri di tutta italia, la prima ricerca volta a cercare terapie su misura per combattere la leucemia linfatica cronica negli anziani over 80, la popolazione che in Occidente è la più colpita da questa forma di tumore, limitando al massimo gli effetti collaterali. È quanto ha fatto lo studio pubblicato sulla rivista Blood, coordinato dal gruppo di Andrea Visentin del dipartimento di Medicina dell'Università di Padova e al quale ha collaborato Massimo Gentile della Uoc di Ematologia a Cosenza.
La ricerca ha esaminato gli effetti del venetoclax, «un principio attivo antitumorale somministrato in compresse che colpisce Bcl2, una proteina alterata nella leucemia linfatica cronica e che, quando colpita, porta a morte le cellule della leucemia», dice Livio Trentin, ordinario della cattedra di Ematologia dell'Università di Padova e direttore della Uoc di Ematologia dell'Azienda Ospedale Università di Padova.
«La chiave di questo studio è stata la personalizzazione della terapia», osserva Visentin. «La riduzione del dosaggio del farmaco o il raggiungimento più lento della dose piena del farmaco - prosegue - ha permesso di limitare gli effetti collaterali della terapia, garantendo contestualmente l'efficacia della stessa. Oggi abbiamo a disposizione molti farmaci biologici attivi nei confronti dei tumori; riuscire a bilanciare efficacia ed effetti collaterali è la grande sfida che dovremo affrontare nei prossimi anni».
Lo studio, firmato anche dall'assegnista di ricerca Alessandro Cellini e dallo specializzando Andrea Serafin, ha coinvolto l'associazione di volontariato “Ricerca per Credere nella vita”.