Si avvia anche all'azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro una operazione "pulizia" sui bilanci, che nel corso degli anni si sono dimostrati il vero tallone d'Achille di tutte le aziende sanitarie e ospedaliere calabresi. Il primo passo compiuto dal commissario straordinario, Francesco Procopio, riguarda gli accantonamenti nel fondo rischi per valutare con puntualità l'impatto dei contenziosi pendenti e degli interessi di mora derivanti dai ritardati pagamenti. Voci che pesano sui bilanci ma spesso sottostimati tanto da divenire vere e proprie voragini capaci di generare deficit di rilevante portata.

Giudizi pendenti

Entrambi gli aspetti sono al centro di una recente delibera che ha lo scopo di determinare la possibile esposizione dell'azienda ospedaliera sui due fronti. Secondo quanto si legge nella relazione di accompagnamento alla data del 31 dicembre 2020 risultano ancora pendenti nei confronti dell'azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio 241 giudizi per un valore complessivo di 27 milioni di euro. Nel solo 2020 i procedimenti di natura civile, penale, ammnistrativa, lavoro e contabile formatisi sono 49. Così l'azienda ha proceduto ad effettuare una valutazione del rischio di soccombenza accantonando le somme nell'apposito fondo per le annualità 2020 e 2021. 

Esposizione al rischio

Secondo una stima realizzata dall'ufficio legale, sono complessivamente 53 i procedimenti che presentano un rischio di soccombenza probabile - elevato o addirittura certo - per un valore di 9 milioni e 700mila euro. Contestualmente, l'azienda ha avviato anche una ricognizione sullo stock di debiti maturati per effetto dei ritardati pagamenti nei confronti dei fornitori. Si tratta di interessi di mora che spesso si autoalimentano determinando un impatto negativo sul bilancio. Ebbene, anche in questo caso si è proceduto ad accantonare somme per un valore di 4 milioni e mezzo.

Aumenta il disavanzo

Un primo passo verso la pulizia totale dei bilanci ma che però non metteranno al riparo l'azienda ospedaliera da una quasi certa lievitazione del disavanzo. L'ultimo esercizio è stato chiuso con un debito di 12 milioni di euro ma nel prossimo potrebbe schizzare ad oltre venti, in misura direttamente proporzionale all'accantonamento delle somme nel fondo rischi.