VIDEO | Il responsabile del centro integrato per i carcinomi della mammella Franco Abbonante propone soluzioni per incrementare l'adesione ai programmi di prevenzione. La testimonianza di una paziente: «Ho deciso di restare a curarmi qui, questa è un'eccellenza»
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Calabra prima regione d'Italia per migrazione sanitaria, ultima per numero di donne che si sottopongono a controlli contro il tumore. Lo evidenzia il rapporto Svimez "Un paese due cure". Un dato analizzato insieme al direttore della Breast unit, centro integrato per i tumori della mammella del presidio pugliese dell'azienda Dulbecco di Catanzaro, Franco Abbonante, nel corso della puntata di ieri di Dentro la notizia, rispetto al quale si è cercato di proporre soluzioni: «Un medico di medicina generale deve gestire circa 150 pazienti che sono nel range di donne, tra i 50 e 69 anni, che dovrebbero fare questi esami. Allora l'idea sarebbe quella di mandare per via informatica una comunicazione sia alle donne ma anche ai medici di base».
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La testimonianza
Una strategia che potrebbe dunque dare una spinta alla cultura della prevenzione, fondamentale per la diagnosi precoce delle neoplasie femminili attraverso una mammografia, come testimoniato da Angela Sposato che proprio grazie all'esame radiologico della mammella è riuscita a identificare il tumore al seno decidendo di affidarsi, con successo, alle cure del centro catanzarese: «Io sono una di quelle donne che ha deciso di rimanere in Calabria fermamente perché mi sono resa conto che qui da noi c'era la competenza, c'era la determinazione. Noi in Calabria abbiamo un'eccellenza, e ce l'abbiamo qui a Catanzaro, è la Breast unit, questo organismo multidisciplinare, composto da validissimi professionisti, che mette al centro la donna».
La sfida dell'autonomia differenziata
A proposito poi delle possibili conseguenze dell'autonomia differenziata in sanità, il direttore della Breast unit si dice pronto ad accettare eventuali nuove sfide: «Io sarei disposto ad accettare tutte le sfide, come abbiamo sempre fatto - ha aggiunto Abbonante -, ovviamente c'è bisogno del supporto fondamentale di una politica e di una amministrazione che ci dica “ragazzi, rimbocchiamoci le maniche e lavoriamo da soli”. Tutto quello che hanno al Nord dovremmo averlo noi, in termini di ospedali, di mezzi, di personale e tutto quanto quello che serve per garantire un'assistenza adeguata ai cittadini calabresi».