Sembrava un risultato impossibile da raggiungere. Per anni, dieci per l’esattezza, si è detto in tutte le salse e a tutti i livelli, che ricostruire il bilancio dell’Asp di Reggio Calabria fosse una mission impossible. Eppure, nell’impresa è riuscito il governatore e commissario della sanità calabrese Roberto Occhiuto. Una task force con il direttore dell’azienda reggina Lucia Di Furia che ha portato a un risultato che, però, ha insospettito proprio per la sua peculiare situazione lacunosa e fumosa.

Ad alzare il polverone puntando i fari sulla gestione che ha portato alla ricostruzione dei bilanci dal 2013 al 2021 è stata la deputata del Movimento 5 Stelle Vittoria Baldino lancia che, lanciando un duro attacco ha denunciato proprio le modalità. «In sostanza – sostiene la parlamentare – sono alquanto basate sul sentito dire, quindi senza i necessari documenti, a quanto pare irreperibili».

Per approfondire siamo andati a rileggere le delibere dei singoli anni portati a bilancio e ad emergere sono delle pagine all’interno delle quali vengono riportate diciture simili. Alcune possono destare preoccupazione sulla stabilità di questi conti che, potrebbero, continuare a non tornare.

Intanto, viene scritto nero su bianco in ogni delibera che, in assenza della documentazione necessaria a redigere un “normale” bilancio «L'analisi è stata condotta attraverso interviste a dipendenti/referenti (limitatamente alla disponibilità fornita) dell'Azienda ed analisi di dettaglio sui bilanci di verifica, mastrini contabili e documenti contabili ed extracontabili, forniti dall'Azienda stessa. Tale approccio metodologico, ha permesso di delineare e classificare con l'Azienda, specifici macro fenomeni nell'ambito dei disallineamenti riscontrati - spesso ricorrenti e di significativa entità - per poi procedere a individuare elementi giustificativi e motivazioni afferenti ai disallineamenti, laddove è stato possibile».
Ed è proprio sul «laddove è stato possibile» che, chi è abituato ad avere a che fare con numeri e conti che devono garantire certezze ed evidenze, che emerge il primo punto interrogativo.

La deputata aveva denunciato proprio questa modalità operativa che ricorda la vecchia prassi dei «bilanci orali, causa del disavanzo mostruoso e incontrollato di 2,2 miliardi di euro che portò al Piano di rientro e poi al commissariamento della Sanità regionale».

Ed effettivamente, continuando a spulciare le delibere, ci si può imbattere in affermazioni che lasciano molte perplessità. Si continua a leggere di dati «integrati con la valorizzazione di eventi, fatti e documenti «extracontabili», ovvero non ancora rilevati in contabilità, laddove l'Azienda ha fornito gli elementi ed i documenti per individuare e quantificare uno specifico fatto aziendale».

Il sospetto quindi, secondo la deputata, è che non vi sia stato un reale accertamento di debiti e conti, con il rischio di errori, discrepanze e possibili illeciti. E questo sospetto si alimenta leggendo nelle delibere che «sono stati richiesti documenti storicizzati, anche prodotti da terze parti, utili ad una più puntuale definizione dei saldi patrimoniali di fine esercizio. A differenza di quanto avvenuto per il Conto Economico, non è stato possibile indagare con l'Azienda, le differenze tra le due fonti e, pertanto, individuare le poste per la definizione dei saldi di Stato Patrimoniale. Per quanto, anche in questo caso, sia presumibile l'avvenuta integrazione dei dati contabili con informazioni "extracontabili", non è stato possibile individuare elementi in grado di argomentare e direzionare gli approfondimenti, rendendo complessa ogni indagine sulle possibili rettifiche o riclassifiche da operare. In questo senso, la sola analisi dei mastrini contabili non è risultata conclusiva ed esaustiva».

Infine, a rendere quanto meno fumose le delibere che hanno cristallizzato i bilanci degli anni bui dell’Asp reggina, è la conclusione secondo cui «non è possibile escludere che, a seguito di ulteriori analisi, del reperimento di ulteriore documentazione e dell'acquisizione di ulteriori elementi sulle modalità di individuazione e quantificazione di fatti "extracontabili", sia possibile effettuare una più puntuale analisi dello Stato Patrimoniale». Un bilancio che potrebbe essere soggetto a modifiche, dunque, è un bilancio finito adesso sotto la lente d’ingrandimento di chi ne chiede addirittura la revoca. Un buco di bilancio milionario che, adesso, rischia di essere ritirato in ballo.