La “svista” nel reparto di radioterapia dove era attesa una tomografia di centratura. È stata invece consegnata una tac diagnostica. Il nuovo macchinario avrebbe consentito di aumentare la qualità delle cure oncologiche
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È ancora troppo presto per comprendere quali effetti dispiegherà nel tempo la bomba deflagrata nei giorni scorsi all’azienda ospedaliera universitaria di Catanzaro. Quel che è certo è che a pagarne le immediate conseguenze saranno i pazienti.
La tomografia computerizzata di ultima generazione
Il “problema” è stato reso noto solo ieri alla direzione ma è da inizio settimana che non si placano i mugugni nel presidio ospedaliero Ciaccio-De Lellis e, più in particolare, nel reparto di radioterapia oncologica, dove da poco è stato consegnato un macchinario di ultima generazione, una tomografia computerizzata nuova fiammante.
L’investimento… sbagliato
Purtroppo non si tratta del macchinario atteso nel reparto di radioterapia ma di una tac generalmente in uso in radiologia ed evidentemente inutile ai fini dei trattamenti radioterapici. L’azienda aveva infatti previsto e finanziato appositi lavori per la ristrutturazione degli spazi che avrebbero dovuto accogliere la nuova tac di centratura, in sostituzione della vecchia. Tuttavia, a causa di un errore nell’acquisto il reparto si trova attualmente sprovvisto dell’apparecchiatura.
La tac di centratura
In particolare, la nuova tac di centratura avrebbe consentito di aumentare la qualità dei trattamenti radioterapici, quella consegnata invece possiede un gantry, ovvero la struttura ad anello all’interno del quale si distende il paziente, di diametro nettamente inferiore rispetto a quello standard, proprio perché è una tac per eseguire esami diagnostici e non di centratura. Ciò comporta nei fatti l’impossibilità di utilizzarla.
L’anello troppo stretto
Le piccole dimensioni impediscono, infatti, di applicare i sistemi di immobilizzazione sul paziente, ovvero le schermature con cui si delimita con precisione la zona da irradiare, proteggendo dalle radiazioni gli organi non colpiti dal tumore. Nessuno chiaramente si azzarderebbe ad impiegarla per gli effetti che potrebbe provocare nel paziente una scorretta distribuzione delle dosi di radiazioni.
Senza attrezzatura
Al momento viene pertanto usata la tac in dotazione al reparto di radiologia ma con tutti i limiti connessi all’impiego di un macchinario non adatto al trattamento radioterapico. Al netto delle implicazioni di natura prettamente cliniche, di certo non secondarie in una regione che sconta percentuali mostre di mobilità sanitaria con la fuga di pazienti anche per patologie oncologiche, resta un problema di ordine economico.
Lo spreco di risorse pubbliche per l’acquisto di un macchinario inutile, almeno ai fini radioterapici. La tac è stata acquistata con fondi Por e si sarebbe dovuta collaudare entro la fine di dicembre per consentire la rendicontazione della spesa.