Catanzaro, pronto soccorso del Pugliese: al via le misure di supporto

Recapitato a Palazzo De Nobili il piano per sostenere le attività del reparto di Emergenza Urgenza dell'ospedale, dal reclutamento di nuovi medici all'ampliamento dei locali
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di L. C.
29 marzo 2018
16:25

Il reclutamento di quattro medici per l’emergenza e la continuità assistenziale, l’adeguamento e l’ampliamento dei locali del pronto soccorso e del numero dei posti letto dell’Osservazione intensiva breve (Obi) dell'azienda ospedaliera Pugliese, l’integrazione dell’organico con l’ulteriore reclutamento, già in itinere, di tre ulteriori unità mediche e l’istituzione di un tavolo tecnico permanente fra i dipartimenti di Emergenza delle Asp di Catanzaro, Crotone e Vibo e delle due aziende ospedaliere del capoluogo. Sono le soluzioni contenute nel documento che hanno inviato al sindaco, Sergio Abramo, i direttori generali dell’azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” Giuseppe Panella, dell’azienda sanitaria provinciale di Catanzaro Giuseppe Perri e dell’azienda ospedaliero-universitaria “Mater Domini” Antonio Belcastro.

 


L'ultimatum del sindaco

Era stato proprio il primo cittadino a sollecitare i vertici delle aziende a individuare le soluzioni alle criticità esistenti da tempo nel pronto soccorso dell'ospedale Pugliese. Nella lettera inviata a Palazzo De Nobili è stato, inoltre, sottolineato che verrà curata l’appropriatezza degli accessi attraverso la sensibilizzazione dei medici generici e dei pediatri di base per una più oculata presa in carico dei pazienti con patologie “non bisognevoli di ricovero ospedaliero”.

 

Le misure previste

Nello specifico, l’Asp provvederà progressivamente a potenziare «il nuovo modello delle Unità complesse di cure primarie, del quale la provincia di Catanzaro, a differenza di tutti gli altri territori della regione, offre già da qualche anno assistenza h12 o h24 attraverso le UCCP di Catanzaro, Lamezia, Soverato e quelle presenti nelle case della salute di Chiaravalle, Decollatura, San Pietro a Maida e Borgia». Il documento conferma pure la disponibilità della “Mater Domini” ad accettare "pazienti, per singole patologie o sulla base delle appropriatezze, previa intesa fra le direzioni".

 

l.c.

Giornalista
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