Pazienti di Alzheimer condannati all’oblio dalla sanità calabrese

VIDEO | Ferma l’attività nell’unico centro diurno della regione, quello di Maropati nel Reggino. Lo staff medico: «Assistevamo 20 pazienti e altri 30 erano in lista d'attesa»

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di Erica Cunsolo
21 settembre 2018
17:59

Prima si perdono i ricordi, poi ci si aggrappa ad ogni istante del presente, più e più volte, infine il buio. Quell’inevitabile oblio in cui ogni malato di Alzheimer è destinato a cadere, con grande sofferenza dei suoi cari. Così, quando ancora si può contare sugli ultimi brandelli di memoria, i centri specializzati per l’assistenza a questi pazienti rappresentano la speranza di mantenere una vita dignitosa.
Durante la Giornata mondiale dedicata al morbo di Alzheimer ci siamo chiesti se la nostra regione è attrezzata per fornire aiuto e assistenza adeguati ai malati che ne sono affetti e alle loro famiglie. La risposta è stata deludente.

 


Siamo stati nel reggino, a Maropati, a visitare l’unico centro diurno in Calabria, “Rivivere insieme”, e lo abbiamo trovato chiuso. Dopo un anno di attività, non resta che una struttura vuota e la delusione del personale che giornalmente ci lavorava: Francesca Ciancio, Alessia Paolo e Sabina Auddino, operatori socio sanitari; Maria Buongiovanni e Simona Bruzzese, educatrici professionali; Fabiana Laganà, psicomotricista, Agnese Politanó e Alessandra Berrica, psicologhe; Antonietta Condoluci, assistente sociale. Un’intera equipe specializzata al servizio dei 20 pazienti in cura, che sperava di rispondere anche ai bisogni dei 30 malati rimasti in lista d’attesa. Invece nulla: l’edificio è silenzioso, con i servizi e le attività che restano paralizzati.

 

Quello di Maropati, in linea con gli standard nazionali, doveva rappresentare una partenza: un progetto pilota che avrebbe dovuto stimolare la creazione di più centri specializzati, visto che in Calabria sono circa 40mila i malati di Alzheimer che necessiterebbero di cure specifiche.

 

«Ma nonostante un report completo costellato di ottimi risultati sia dal punto di vista medico che sociale – ci spiega lo psichiatra Giuseppe Calandruccio, che ha avviato e diretto il progetto rinunciando persino a un compenso -, la Regione dichiara di aver esaurito i fondi per le malattie neurodegenerative e ci consiglia di reperire altre risorse, cercando di accedere ai fondi gestiti dai Comuni e destinati alle persone non autosufficienti. Cosi non resta che rimettersi ai lentissimi tempi della burocrazia».

 

La Giornata dedicata al morbo d’Alzheimer passa, il centro diurno di Maropati resta chiuso e l’amara consolazione è che almeno i pazienti non ricorderanno questa triste pagina di indifferenza istituzionale.

Giornalista
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