Si parte in Liguria il 29 marzo. Federfarma: «Farmacie presenti anche nei piccoli centri, consentire qui le somministrazioni va incontro alle esigenze di milioni di cittadini»
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Presto anche i farmacisti scenderanno in campo come vaccinatori nella campagna di immunizzazione anti-Covid. Si tratta, potenzialmente, di un esercito di 73.000 professionisti in tutta Italia, di cui 25.000 titolari di farmacia. La prima a partire con i vaccini anti Covid in farmacia sarà la Liguria il 29 marzo.
La loro presenza, regione per regione, vede 52 farmacie attive in Valle d'Aosta, 1.666 in Piemonte, 617 in Liguria, 3.179 in Lombardia, 1.460 in Veneto, 137 nella Provincia autonoma di Bolzano, 171 nella Provincia autonoma di Trento, 419 in Friuli Venezia Giulia, 1.371 in Emilia Romagna, 524 nelle Marche, 1.229 in Toscana, 1.676 nel Lazio, 287 in Umbria, 526 in Abruzzo, 166 in Molise, 1.687 in Campania, 1.271 in Puglia, 220 in Basilicata, 803 in Calabria, 1.589 in Sicilia e 61 in Sardegna.
Le farmacie, come avviene già in molti Paesi europei, sottolinea il presidente di Federfarma Marco Cossolo, «potranno dunque dare un fondamentale contributo all'accelerazione della campagna vaccinale». Infatti, spiega, «in una fase in cui la priorità è incrementare rapidamente la copertura vaccinale, la rete delle oltre 19.600 farmacie capillarmente distribuite sul territorio rappresenta una risorsa immediatamente disponibile per raggiungere l'obiettivo di vaccinare il maggior numero di persone nel minor tempo possibile».
La rete delle farmacie, infatti, è attiva e operativa anche nelle aree più interne e non servite da altri presidi sanitari. Ci sono centinaia di piccoli centri, con pochissimi abitanti, sottolinea Cossolo, «dove mancano la posta, la scuola e, in alcuni casi, lo studio del medico di medicina generale ma è presente la farmacia. Lo stesso accade anche in molti quartieri dei grandi centri urbani, distanti e mal collegati da ospedali e Asl».
Consentire la vaccinazione in farmacia, raggiungibile a piedi mediamente in cinque minuti da ogni italiano, commenta, «va incontro alle esigenze di milioni di cittadini, che altrimenti avrebbero difficoltà ad accedere ad un punto vaccinale».
Alla squadra dei vaccinatori si uniranno a breve anche gli infermieri, come annunciato dal ministro della Salute Roberto Speranza. Per consentire il loro apporto alla campagna vaccinale è in preparazione un intervento normativo ad hoc, che dovrebbe prevedere un allentamento del vincolo di esclusività del rapporto di lavoro per gli infermieri del Sistema sanitario nazionale, in modo che possano contribuire alle immunizzazioni fuori dall'orario di lavoro. In totale sono 454.000 gli infermieri iscritti all'Ordine, dei quali 395.000 sono attivi. Gli infermieri che lavorano nell'ambito del Servizio sanitario nazionale sono 270.000, mentre i restanti 125.000 sono infermieri impiegati presso strutture private o liberi professionisti. L'obiettivo, commenta la presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) Barbara Mangiacavalli, «è cioè far cambiare passo alla campagna vaccinale, dandole la massima estensione possibile anche grazie alla valorizzazione della professione infermieristica».