VIDEO | L'incremento è del 30%, un dato in linea con quello nazionale. Delle cause, dell'emigrazione sanitaria e anche di prevenzione si è parlato in un convegno organizzato dall'associazione Fidapa a Rossano
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Preoccupano i dati relativi ai tumori della mammella nella Sibaritide: si registra un aumento di circa il 30%. È quanto è emerso nel corso di un convegno che si è tenuto nell’auditorium del liceo scientifico di Rossano, voluto dalla Fidapa. Di positivo c'è, invece, la diminuzione degli indici di mortalità. Importante si rivela la prevenzione e, soprattutto, tenere a bada le cause a monte delle neoplasie tra problematiche di tipo ambientale (inquinamento), di nutrizione, e anche di situazioni riconducibili alle condizioni mentali che incentivano alla formazione dei tumori. Niente fumo né alcol, o proteine animali.
Per Pietro Giorgio Costa, medico chirurgo Senologo, il dato della Sibaritide è in linea con quello nazionale. Sul capitolo della prevenzione lo Stato ha arretrato l’attenzione:«È una questione economica, una mammografia ha un costo effettivo (in particolare la tomosintesi) e quindi si cerca di risparmiare - commenta Costa -. Tra l’altro la quantità di raggi è marginale e ritengo che ci si possa sottoporre a mammografia una volta l’anno e non due come dispone l’Asp di Cosenza».
Forte è l’emigrazione per le patologie neoplastiche, soprattutto nelle aree del Centro-Nord:«L’orientamento leggermente sta cambiando. A Cosenza c’è un reparto di Senologia con personale valido. C’è una breast unit di Senologia a Catanzaro, unica in Calabria, che però non può accogliere tutte le pazienti su scala regionale e, quindi, si emigra». Il camice bianco, tuttavia, ammette come vi sia anche una porzione di diffidenza tra i pazienti nei confronti dei sanitari calabresi: «Dovremmo cercare di ribaltare questa opinione, le condizioni ci sono. Se noi riusciamo ad attuare una prevenzione reale a partire da un attento stile di vita - continua Costa -, allora riusciremo a fare delle diagnosi talmente precoci che le donne non subiscano quell’iter tremendo che è fatto da chemio e radioterapia».
Il 40% dei casi è dovuto a un’alimentazione scorretta, poi l’ereditarietà e le abitudini di vita: «Determinati cibi incidono tantissimo - ha sottolineato Pasqualina Sprovieri, biologa e nutrizionista -, in particolare le proteine animali, unitamente a una alimentazione ricca di grassi, ipercalorica ed iperproteica. Gli studi orientano e suggeriscono un’alimentazione vegetariana».
Sono circa 60mila i casi di neoplasie al seno nel 2022 su scala nazionale:«C’è per fortuna una riduzione notevole del tasso di mortalità - ha aggiunto Marina Susi, responsabile di Oncologia dell’ospedale di Matera -. Oggi abbiamo, a 5 anni dalla diagnosi, l’88% delle pazienti libere dalla malattia. E a 10 anni la percentuale è dell’80%». Rimarcata l’importanza della prevenzione: «Se una donna scopre un nodulo inferiore a un centimetro ha una possibilità straordinaria di guarigione, parliamo quasi del 90%. Più grande è il nodulo più si riduce la percentuale. Al minimo sospetto è necessario recarsi subito al medico di famiglia che orienterà la paziente presso i centri di senologia dove oggi esistono delle strumentazioni diagnostiche di alto profilo che riescono a individuare lesioni piccolissime».
C’è poi la parte che attiene alla sfera psicologica della paziente, sottoposta a protesi mammaria o a ricostruzione dei seni. «Sono utili a ridurre quel senso di mutilazione che deriva dall’asportazione della mammella e di parte di essa che mina non solo il fisico della donna o la psiche - ha osservato Maria Sommario, chirurgo plastico e ricostruttivo -, ma influenza anche i rapporti sociali. La ricostruzione serve a eliminare questo disagio e consente alla donna di condurre una vita normale. Ciò che si vive con conflitto è il tumore, la ricostruzione viene vista come la parte “bella” per le pazienti almeno fino a quando non viene estirpata la cosiddetta “bestia”».
L’evento è stato voluto dalla Fidapa, sezione di Rossano, nell’ambito dell’ottobre rosa (il mese della prevenzione): «Abbiamo voluto organizzare questa manifestazione - riferisce la presidente Stefania Rossi - per informare le donne e trasmettere un po’ di tranquillità. Forse da noi si è fatto poco in materia di prevenzione e di sensibilizzazione, vogliamo iniziare soprattutto rivolgendoci alle giovani donne e alle studentesse perché penso sia giusto renderle consapevoli di ciò che la vita può riservare ad ognuno di noi».