Il Centro vlinico San Vitaliano di Catanzaro e il Tribunale per i diritti del malato hanno avviato un percorso di collaborazione siglando un protocollo di intesa che prevede un punto di ascolto del tribunale, per la prima volta, in una struttura della sanità privata. Alla conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa, coordinata da Domenico Gareri, hanno partecipato Alfredo Citrigno, presidente del Gruppo Citrigno, Bonaventura Lazzaro direttore sanitario della Clinica e promotore dell’iniziativa, Emilia Celia presidente di Cittadinanzattiva Tribunale per i diritti del malati, Lino Puzzonia in rappresentanza dell’ordine dei medici, Caterina Laria per la Federazione Italiana Medici di Famiglia.

Un nuovo servizio per pazienti e famiglie

«Siamo orgogliosi di poter ospitare il Tribunale del malato nella nostra struttura – ha dichiarato Alfredo Citrigno –. Si tratta di un’opportunità ma anche di un modo per offrire maggiore tutela ai nostri pazienti, ai familiari e al personale. Ospitare il Tribunale del malato rappresenta per noi un marchio di garanzia. Oggi abbiamo messo un ulteriore tassello rispetto al nostro percorso volto ad aprire le porte della struttura alle associazioni e ai cittadini». Per Bonaventura Lazzaro, oncologo che proviene da una lunga esperienza nella sanità pubblica, «è una idea che può avere dei risvolti molto importanti e che nasce da alcune semplici considerazioni: noi facciamo un lavoro estremamente gravoso in tutte le sue articolazioni – ha spiegato - e ci confrontiamo con pazienti che presentano una serie di complessità. Pertanto la comunicazione con loro è fondamentale. Ecco che allora il Tribunale del malato può essere un mediatore. Come funzionerà e se funzionerà lo vedremo nel tempo, io sono molto fiducioso, mi aspetto da questa collaborazione grandi cose».

I bisogni del paziente al centro

Felicissima Emilia Celia che dopo aver ripercorso la storia della sua realtà associativa ha sottolineato: «E’ la prima volta  che una struttura privata chiama e invita una associazione di cittadini. Nelle strutture pubbliche siamo già presenti anche perché è un dovere coinvolgerci. Il privato non è tenuto a farlo ma se lo fa vuol dire che ha a cuore i bisogni dei pazienti. Noi abbiamo sempre cercato di non essere controparte ma di creare delle alleanze terapeutiche con tutti gli operatori sanitari. Io spero che insieme riusciremo ad ottenere degli ottimi risultati». Significative poi le testimonianze di due familiari, Maria e Danilo, mamma e figlio di due pazienti malati di sla che non ci sono più e che hanno vissuto al San Vitaliano l’ultima parte della loro vita. Testimonianze che hanno rafforzato il messaggio dell’iniziativa perché solo chi vive il bisogno può rappresentarlo.