Diventa cieco parziale a 32 anni, Danilo e il sogno di una vita normale

VIDEO | La testimonianza del giovane costretto a fare i conti con la disabilità a causa di un glaucoma. Dai primi momenti di disperazione alla speranza di riuscire a farcela anche grazie all'Unione nazionale dei ciechi di Catanzaro

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di Daniela  Amatruda
16 dicembre 2019
19:00

«Sino all’età di 32 anni ero un tecnico informatico e le mie giornate trascorrevano tranquille tra le uscite con gli amici ed il lavoro. Ad un certo punto mi sono reso conto di avere dei problemi di vista che andavano al di là della mia forte miopia a cui ero abituato e poi ho scoperto di avere un glaucoma».  

Lui è Danilo Pizzini, ha 35 anni e vive a Catanzaro. Da quella diagnosi di glaucoma sono trascorsi circa 3 anni. Ha perso completamente la vista da un occhio, mentre dall’altro si è ridotta notevolmente. Danilo è un cieco parziale, un ventesimista per usare un termine tecnico. La sua vita in questi anni è completamente cambiata. 


 

«Non sono autonomo negli spostamenti – ha spiegato Danilo – perché anche se nei luoghi che conosco posso muovermi in maniera più indipendente , ovviamente non posso viaggiare da solo e non posso leggere più un libro come facevo prima, ma devo utilizzare delle applicazioni audio».

 

Nonostante sia ormai trascorso un po’ di tempo, Danilo non ha ancora iniziato ad utilizzare un ausilio come il bastone bianco o ad avere un cane guida. È difficile accettarlo alla sua età e per il momento, finché può, si affida al braccio sicuro di un amico o del suo papà. 

«Anche se sono un disabile – ha detto ancora Danilo – questo non vuol dire che io non possa avere una mia autonomia e debba per forza pesare sulle persone a me vicine. Questo territorio è pieno di barriere architettoniche. Io per esempio preferisco camminare sull’asfalto, tenendo come punto di riferimento le macchine parcheggiate, che sul marciapiede che è impraticabile perché ci sono possono essere escrementi di animali, buche, motorini parcheggiati e paletti che non dovrebbero esserci».  

 

Per ora Danilo vive con i suoi genitori e percepisce una piccola pensione che ammonta a poco meno di 300 euro al mese. Non può più svolgere il lavoro di tecnico informatico che faceva prima, ma vorrebbe tanto trovare un lavoro adatto alla sua nuova condizione. 

«Il problema è reinserirsi nel mondo del lavoro – ha detto – perché noi possiamo fare poche cose come i centralinisti o gli addetti alle informazioni. Io sono in graduatoria, ma in tutta Italia i posti sono pochi. È una situazione chiaramente devastante perché io non voglio essere mantenuto».

 

Danilo però non si lascia abbattere. Frequenta il gruppo dell’unione italiana ciechi di Catanzaro, esce con gli amici, segue corsi di formazione ed ha scoperto di amare anche i balli latino americani. 

«Cerco di non abbandonarmi stando a casa senza far nulla – ha concluso Danilo – aspettando che passi la giornata».

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