Sono impiegati attualmente per la cura del Covid e in campo oncologico. A ospitare l'istituto sarà la Fondazione Terina a Lamezia Terme
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Un centro d'eccellenza per la produzione di anticorpi monoclonali, attualmente impiegati per la cura del Covid e in campo oncologico, sorgerà a Lamezia Terme, con un investimento di 20-30 milioni di euro e una ricaduta occupazionale per almeno 100 persone, fra ricercatori, collaboratori e impiegati. Si chiamerà Renato Dulbecco Institute, dal nome del premio Nobel nato a Catanzaro.
A ospitarlo sarà la Fondazione Mediterranea Terina, nell'area ex Sir di Lamezia Terme, teatro di uno dei più clamorosi fallimenti industriali del Sud e del Paese e opererà in simbiosi con la vicina università del capoluogo calabrese. Sarà il primo tassello di una rete di centri d'eccellenza a cui lavora l’ex presidente della Regione, Giuseppe Nisticò, farmacologo di fama internazionale, che da luglio si è trasferito nella città calabrese per realizzare il suo progetto, illustrato al nuovo commissario alla Sanità, Guido Longo. I finanziamenti, spiega all'Agi l'ex presidente della Regione Calabria, ci sono.
«Trattandosi di un progetto innovativo - continua - si può attingere ai fondi comunitari e in particolare al Por. C'è un miliardo di euro non spesi nell'ultimo quinquennio».
Nisticò conosce bene il mondo medico e della ricerca scientifica: da presidente della Regione e docente universitario ha realizzato infrastrutture d'eccellenza come il Policlinico universitario di Catanzaro, le due facoltà di Farmacia a Catanzaro e Cosenza.
«Ho avuto il privilegio - dice - di incontrare il nuovo commissario alla Sanità, prefetto Guido Longo. È un uomo delle istituzioni di grande esperienza che gode della stima dei più alti vertici della Polizia e della magistratura per il suo equilibrio, la sua alta efficienza e il suo coraggio. Mi ha accolto con un grande senso di ospitalità e mi ha raccontato che per circa 15 anni ha esercitato la sua attività in Calabria, prima come capo della Mobile e poi Questore a Reggio Calabria e successivamente come prefetto a Vibo Valentia nel periodo in cui il procuratore Elio Costa era il sindaco della città. Abbiamo ricordato numerosi amici comuni e mi è sembrato di conoscerlo da sempre. Quello che più mi ha impressionato è stata la sua grande umiltà, come quella che io ho riscontrato in tanti premi Nobel che ho frequentato nella mia vita, come Renato Dulbecco, Rita Levi Montalcini, sir John Eccles e sir John Vane. Inoltre, mi ha colpito l’amore che lo lega alla nostra regione e solo per un atto di amore egli ha accettato un ruolo così pesante come quello di commissario alla sanità con un compito così arduo che fa tremare le vene e i polsi. Eppure, con coraggio ha accettato questa sfida, consapevole che ci vuole vicino a lui una grande squadra di esperti nel campo della Sanità, della ricerca scientifica e dell’economia, onde realizzare in Calabria una rete di centri che assicurino un ottimo livello di prestazioni di medicina territoriale e, nel contempo, grandi opere. Cioè - continua Nisticò - una serie di centri di eccellenza che ancora mancano in Calabria, per cui molti pazienti sono costretti a recarsi in altre regioni italiane o all’estero. Ogni anno, infatti, la Calabria spende circa 300 milioni per la migrazione sanitaria e tali risorse, il commissario ha riconosciuto, potrebbero invece essere reinvestite in Calabria per migliorare la qualità delle prestazioni e dei servizi».
L'incontro con Longo è servito a Nisticò per esporre brevemente il progetto "Calabria Silicon Valley", di cui il Renato Dulbecco Institute rappresenterà la prima realizzazione «grazie - dice Nisticò - al contributo dell’assessore regionale Gianluca Gallo e di tutto il governo regionale, ma anche del sindaco di Lamezia, Paolo Mascaro, che si è innamorato di questo ambizioso progetto che stava molto a cuore alla compianta presidente Santelli. Il commissario - prosegue Nisticò - mi ha ascoltato con grande attenzione e sono rimasto sorpreso della sua preparazione su alcune ricerche di avanguardia, quando abbiamo ricordato la figura di Roberto Crea, padre delle biotecnologie nel mondo, come gli anticorpi monoclonali, gli interferons, il Nerve Growth Factor (Ngf) della Rita Levi Montalcini, scoperta per la quale le è stato conferito il Premio Nobel».
Longo, riferisce Nisticò, «ha espresso grande interesse per la realizzazione di un istituto di Oncologia sul modello di quello di Veronesi a Milano, dal momento che, come gli avevo illustrato, esiste presso la Facoltà di Medicina di Catanzaro un Dipartimento di Oncologia guidato da due oncologi di fama internazionale che si occupano di leucemie e altre forme di neoplasie ematologiche, il prof. Pierfrancesco Tassone e Pier Sandro Tagliaferri, Dipartimento in cui si esegue la fase 1 di sperimentazione clinica di nuovi prodotti contro il cancro. Tale sperimentazione - sottolinea - non esiste ancora né all’Università di Roma La Sapienza né in quella di Tor Vergata né nel Campus Biomedico».
Nisticò si dice «sicuro che i tempi bui della sanità in Calabria stanno per finire. È necessario, tuttavia - sottolinea - assicurare al nuovo commissario il contributo di tutti i protagonisti della sanità in Calabria. Noi calabresi dobbiamo ritrovare l’orgoglio delle nostre radici culturali e scientifiche del periodo della Magna Grecia, ma anche riscoprire i valori dell’etica pitagorica. Soltanto con comportamenti eticamente corretti, ma anche con la dura lotta alle infiltrazioni della criminalità organizzata nel campo della sanità ci saranno risparmi che possono essere reinvestiti per migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie nella regione. Lo sforzo che dovremo fare - conclude - sarà quello di offrire le condizioni per un rientro in Calabria di tanti calabresi uomini di scienza e professionisti nel campo della Sanità che tutto il mondo ci invidia. Noi ce la metteremo tutta».