VIDEO | I genitori del bambino hanno creato la prima sezione di Catanzaro dell'Associazione italiana persone down: «Essere sua madre è la cosa più bella che mi potesse capitare»
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«Essere la madre di Davide penso sia la cosa più bella che mi potesse capitare».
Il dono speciale che mamma Maria e papà Luigi hanno ricevuto dalla vita si chiama Davide, il loro bimbo di 11 anni con sindrome di down.
«Non lo vorrei diverso da come è – ha detto Maria – non sarebbe più Davide, quel bambino pieno di gioia di vivere che ti dà soltanto amore, senza volere nulla in cambio».
Negli ambienti scolastici e sportivi Davide ha avuto la fortuna di trovare sempre tanta accoglienza e amore, ma Maria sa che purtroppo non per tutti è così e che, dopo la famiglia, è la scuola che deve saper facilitare l’integrazione.
«Bisogna scardinare – ha spiegato Maria – questa mentalità per cui se c’è l’insegnante di sostegno, i bambini devono stare solo con la docente, fuori dalla classe e a studiare un programma differenziato, ma non è così. Mio figlio, invece, è stato accolto nella classe ed è trattato come tutti gli altri».
Davide ha anche un fratello maggiore, si chiama Mattia, ha 19 anni, ed è la "vittima" preferita del piccolo di casa. Dispetti e scherzi da fratelli che Davide però sa poi trasformare, in teneri e lunghi abbracci.
La nascita dell'Aipd a Catanzaro
Guidati dall’Associazione italiana persone down di Roma, Maria e il marito Luigi hanno imparato a comprendere le esigenze di un bimbo con questa sindrome e, tornati a Catanzaro, hanno coinvolto altre famiglie per creare la prima sezione dell’Associazione anche nel capoluogo di regione, per essere di supporto ai familiari, ma soprattutto ai ragazzi stessi al fine di realizzare iniziative per fare acquisire loro una sempre maggiore autonomia sia in ambito sociale che lavorativo.
«Se ben stimolati possono raggiungere tanti traguardi»
«Sappiamo che la sindrome porta un ritardo - ha detto Maria - e sappiamo che ci saranno dei problemi. Davide ogni settimana frequenta 4 volte alla settimana corsi di logopedia e psicomotricità. Esclusi i casi in cui ci sono problemi di salute legati al cuore o altro, questi bambini possono fare tutto. Se ben seguiti, ben stimolati, posso raggiungere tanti traguardi».
Daniela Amatruda