In questo autunno dominato dalla pandemia da coronavirus, non si è ancora visto il boom di virus respiratori, simil-influenzali ed esantematici, che di solito in questo periodo dell'anno si osservava negli studi pediatrici. Probabilmente è l'effetto indiretto delle misure anti-Covid, tra mascherine, distanziamento, igiene delle mani, chiusura di palestre e una generale riduzione della vita sociale.

 

A confermarlo è Rinaldo Missaglia, segretario del Sindacato medici pediatri di famiglia (Simpef). «Di solito per noi pediatri la stagione delle malattie acute contagiose, in particolare con i virus parainfluenzali ed esantematici, iniziava circa due settimane dopo la partenza della scuola - spiega - Negli anni scorsi erano quasi 'pandemici', mentre quest'anno la loro circolazione è decisamente più bassa e in calo».

 

Un fenomeno da attribuire, secondo Missaglia, anche all'effetto «delle norme anti-Covid. Quest'anno probabilmente avremo meno malattie infettive. E questo vale, almeno finora, non solo per i bambini di elementari e medie, ma anche per quelli che vanno alla scuola dell'infanzia, dove non si indossa la mascherina. Stiamo vigilando per vedere cosa succede». Per ora quindi l'attività negli ambulatori dei pediatri di famiglia, conclude Missaglia, «è principalmente di prevenzione e amministrativa, con il monitoraggio e la sorveglianza dei casi sospetti e confermati di Covid. Per quanto riguarda invece la diffusione del coronavirus nelle scuole, osserviamo che le norme di prevenzione nelle scuole stanno funzionando e la circolazione intrascolastica del SarsCov2 è limitata».