Non c'è pace per la sanità calabrese. Nonostante gli sforzi e le promesse della politica, le strutture pubbliche sono ormai alla deriva e pagarne le spese, come sempre, sono i cittadini. L'ultima testimonianza arriva da Antonietta Roselli, una donna di Santa Maria del Cedro, che si prende cura di un proprio famigliare alle prese con alcuni problemi di salute e per loro inizia una sorta di calvario legato alle liste d'attesa. «Nel periodo del Covid - afferma Roselli - si è ingolfato il sistema, ma io non credo sia colpa del Covid, ma del sistema».

La vicenda

Nel giugno di ormai dieci mesi fa, la donna, munita di prescrizione medica, si reca in una farmacia per prenotare un'ecografia del capo e del collo. La ricetta ha un grado d'urgenza differita, ovvero, l'accertamento specialistico deve essere svolto entro e non oltre i sessanta giorni. Ma il sistema di prenotazione suggerisce che non c'è alcuna disponibilità immediata. La donna rinuncia e chiede di ritornare qualche giorno più tardi, nella speranza che si liberi un posto. Ma i tempi anziché restringersi, si allungano. Dopo varie vicissitudini, finalmente a dicembre riesce a prenotare l'ecografia, l'appuntamento è fissato al 3 aprile 2024 all'ospedale di Cetraro. Ma il giorno precedente, dal nosocomio Iannelli arriva una telefonata: «L'esame è rimandato, manca il medico», dicono dall'altro capo della cornetta. La donna chiede spiegazioni, chiede di poter parlare con qualcuno, ma rimane con un pugno di mosche in mano. Per lei e il suo famigliare ricomincia la trafila. Prima di tutto devono richiedere una nuova ricetta medica, poi si vedrà. Magari passeranno altri dieci mesi.

Verso la sanità pubblica o fuori regione

La loro è una storia comune a quella di molti altri pazienti, che sempre più spesso si vedono annullati gli esami diagnostici negli ospedali pubblici, perché all’ultimo minuto manca il personale sanitario, oppure i macchinari risultano guasti. Una prassi che, da nord a sud della Calabria, sembra ormai consolidata. «In questo modo, siamo costretti a rivolgerci alle strutture private - confessa la donna -, ma non tutti possono permettersi visite a pagamento, soprattutto chi deve farne più di una in un arco ristretto di tempo, o possono permettersi il lusso di aspettare dei mesi». Lei, per esempio, richiederà il prossimo esame diagnostico fuori regione. «Credo che contatterò l'ospedale di Lagonegro, in provincia di Potenza. In Basilicata i tempi di attesa sono molto più bevi». Anche perché oltre al danno, dice di aver subito anche la beffa. «Sul documento rilasciato risulta che io avrei rifiutato un'ecografia in un ambulatorio di Belvedere Marittimo o Scalea. Avrei potuto prenotarla addirittura per il giorno stesso, cioè il 6 dicembre 2023. Ma a chi l'hanno proposta? Io non ricordo che qualcuno me l'abbia chiesto. E, inoltre, come si spiega che per mesi non c'è un solo posto libero in tutta la Calabria e poi, improvvisamente, c'è il posto nel giorno stesso in cui una persona si reca a prenotare? Mi sembra davvero tutto molto strano».