VIDEO | Non tutte le forme di disabilità e patologie sono ritenute prioritarie e inserite come tali nella campagna vaccinazioni. Ma così, denuncia il sodalizio per il Superamento dell’handicap, si creano disparità e si mettono a rischio anche i caregiver
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«Ci siamo sentiti dimenticati e anche discriminati. Ci servono altre patologie, oltre a quelle che abbiamo, per essere considerati?». È amareggiata la presidente della Fish Calabria Nunzia Coppedè, da anni alla guida della Federazione per il superamento dell’handicap.
Sin dall’insediamento della nuova giunta ha spesso dovuto tramite pec e comunicati stampa attirare l’attenzione sul mondo dei disabili. Ora che è stato stilato il nuovo calendario della vaccinazioni contro il Covid, la presidente contesta come sia stata fatta una distinzione dal sapore amaro, dando priorità all’immunizzazione delle persone che abbiano una delle patologie rientranti in una lista stilata dal governo e a quelle in carico ad un servizio.
La conseguenza è che rimangono tagliate fuori la maggior parte dei disabili e chi si prende cura di loro con un contatto ravvicinato. «Chi vive nella propria casa non è stato affatto preso in considerazione - spiega- lo stesso vale per chi viene curato dai propri parenti e dalla propria famiglia, chi usufruisce di un caregiver e chi si paga l’assistenza per rimanere in casa. Non vengono affatto menzionati né riconosciuti tra le priorità nei vaccini».
E stavolta la presidente non è disposta ad aspettare e chiede al presidente facente funzioni Spirlì che i vaccini vengano somministrati senza disparità e in tempi rapidi.