VIDEO | A lanciare l’allarme questa volta la responsabile di Pediatria che al momento può contare solo su due medici sui dieci previsti. La situazione non cambia negli altri reparti, nei quali i pensionamenti lasceranno gli organici sguarniti e le assunzioni promesse dall’Asp non potranno risolvere il problema
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Sciolta per mafia senza nessun arresto, mandata in dissesto finanziario senza avere individuato un solo responsabile. Adesso l’ondata di pensionamenti che assottiglierà ancora di più l’esiguo numero dei medici nei reparti: quel che resta degli ospedali nell’Asp di Reggio Calabria rischia seriamente di scomparire. Il grido di allarme è stato lanciato dalla responsabile del reparto di pediatria dell’ospedale di Polistena Ines Mercuri che, in una lettera inviata ai commissari, ha fatto presente che con i medici in organico non è più possibile tenere aperto il reparto. L’Azienda sanitaria, per tutta risposta, l’ha sollevata dall’incarico sostituendola con un collega di Locri.
In questo momento pediatria sta operando con la Mercuri e un’altra collega con un contratto a tempo determinato che, tra l’altro, è anche in maternità. Ciò vuol dire che è un medico a mezzo servizio. E con un medico e mezzo non si può mandare avanti un reparto. Secondo quanto appreso, pare che la Mercuri dal 12 maggio scorso non sia riuscita a godere dei turni di riposo.
Operare in questa situazione è impossibile. Qui si parla di professionisti che devono farsi carico della salute delle persone e, nel caso specifico, di bambini. La stanchezza dei sanitari, dovuta all’impossibilità di turnare con regolarità è un problema insormontabile a lungo termine.
E davanti a una situazione di assoluta precarietà e pericolosità i pazienti guardano altrove. Due donne, secondo quanto appreso, pare che nei giorni scorsi abbiano deciso di non partorire a Polistena e di andare a Reggio Calabria. Questione di sicurezza e per evitare all’ultimo momento di non potersi ricoverare.
Le nuove assunzioni annunciate dall’Asp, propinate come la panacea di tutti i mali serviranno a ben poco. I tre posti previsti per la pediatria di Polistena non andranno a risolvere la situazione di carenza di organico: un posto sarà occupato dal secondo medico in servizio che passerà da un’assunzione a tempo determinato a indeterminato, mentre il primario, che in questo momento non c’è, non copre i turni di notte, quindi non entra in quella turnazione h24. Resterebbero scoperti, comunque cinque posti.
Dei 65 nuovi medici che verranno assunti dopo il concorso, quindi si parla bene che vada di mesi, 11 sono destinati proprio all’ospedale di Polistena: 2 per ostetricia e ginecologia, 2 per radiologia, 1 per anestesia e rianimazione, 1 per il servizio trasfusionale, 2 per ortopedia e traumatologia, e 3 per pediatria. Una situazione tampone, perché la situazione negli altri reparti non si discosta molto da quella di pediatria. Pronto soccorso, laboratorio analisi, ostetricia, radiologia, sono tutti reparti sotto organico
E gli imminenti pensionamenti, facilitati da quota 100, svuoteranno le corsie dell’ospedale di Polistena. Unica struttura ospedaliere per un territorio di 160mila abitanti che, senza un intervento risolutore, rischia inesorabilmente di chiudere, così come gli altri ospedali che ricadono nel territorio gestito dall’Azienda sanitaria di Reggio Calabria.
Francesco Altomonte