Greco: «La sanità rappresenta l'anello più debole della Calabria»

Il consigliere regionale: «Tutti hanno fallito: nella programmazione, nella scelta dei dirigenti regionali e in quella dei manager preposti alle vecchie undici Asl»

 

29 agosto 2018
19:26
Il consigliere Orlandino Greco
Il consigliere Orlandino Greco

«L'articolo apparso su IlSole24Ore-Sanità, a firma della giornalista Donata Marrazzo, sull'andamento del sistema sanitario calabrese lacera la coscienza di tutti, soprattutto di chi si è impegnato con l'elettorato a sostenere i diritti della collettività». Lo dice Orlandino Greco, consigliere regionale. «Che la sanità calabrese fosse un colabrodo è noto a tutti, oramai da decenni. Tutti hanno fallito irrimediabilmente: nella programmazione, nella scelta dei dirigenti regionali e in quella dei manager preposti alle vecchie undici ASL (oggi cinque ASP) e alle quattro aziende ospedaliere. Il tutto tradotto nell'accumulo di un debito pregresso di circa due miliardi, che stiamo ripianando con mutui trentennali che ci costano un occhio e che sottraggono al bilancio regionale ingenti somme le quali potrebbero essere destinate a ricostruire la Calabria.

 


I dati sciorinati dal giornale economico per antonomasia non lasciano dubbi. Tutti i direttori generali, fatta eccezione per quelli delle aziende ospedaliere di Cosenza e Reggio Calabria, bocciati sonoramente, idem per la gestione commissariale che non ha risolto nulla se non aggravare ancora di più la situazione, impoverendo le corsie di personale e abbandonando interi territori a se stessi. La cosa che ha tuttavia colpito più di ogni altra è l'assurdità del solito risultato dell'azienda ospedaliera universitaria "Mater Domini", della quale è persino difficile immaginare ancora l'esistenza. Nel 2016 ha prodotto perdite corrispondenti al 50% del suo finanziamento annuale. Non solo, il 2017 e il 2018 lanciati in fuga per approdare ad un saldo negativo nettamente peggiore con scelte strategiche incomprensibili ed evidentemente sbagliate che rendono incomprensibile la permanenza dell’attuale management.

 

La sanità rappresenta l'anello più debole della nostra Regione. Il motivo per il quale buttiamo dalla finestra 904,000 euro al giorno di emigrazione sanitaria in quelle branche che, dalle nostre parti, non si guadagnano la fiducia degli ammalati. Nonostante questo dramma continua la sua imperterrita esistenza l'azienda ospedaliera universitaria "Mater Domini" che si pretende, addirittura, di renderla causa di inquinamento dell'azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro che, pare, stia salendo la china con grandi difficoltà e impegno del suo management.

 

Leggere quanto scritto oggi su IlSole24-Sanità fa male alla nostra terra e ai nostri corregionali. Ci isola a tal punto da non essere meta così come invece meriteremmo, che ci impedisce di essere attrattivi in tutti i sensi. Un gap che ci fa peraltro capire quanto sia ancora inadeguata la politica che governa il Paese. Il riferimento va alla proposta del Ministro Salvini di importare i pensionati in zone economiche speciali ad alta accoglienza sociale. Buona l'idea! Ma con quali garanzie in tema di assistenza sanitaria, fondamentale per chi ha una certa età? Oggi più che mai, per invertire questa tendenza che sancisce di fatto il fallimento della gestione commissariale in Calabria è indispensabile che la sanità torni ad essere gestita da chi è stato demandato dagli elettori».

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