Sanità, il Governo mette sotto processo la gestione di Scura

Secondo quanto riferiscono i deputati M5s Dalila Nesci e Francesco Sapia, il sottosegretario Maurizio Fugatti ha garantito la conclusione del piano di rientro dal debito e la valutazione delle criticità emerse in questi ultimi anni

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di Redazione
13 luglio 2018
14:46
Massimo Scura
Massimo Scura

«Il sottosegretario alla Salute Maurizio Fugatti ha garantito che il governo M5s-Lega adotterà ogni iniziativa utile alla conclusione del piano di rientro sanitario della Calabria e alla tutela della salute dei cittadini calabresi. Intanto sulle gravi inadempienze ha già chiesto formalmente conto al commissario Scura».

 


Lo affermano, in una nota, i deputati M5s Dalila Nesci e Francesco Sapia, della commissione Sanità, a conclusione della loro interpellanza urgente, firmata anche da altri deputati calabresi dell’M5s, sulla gestione sanitaria della Calabria da parte del commissario Massimo Scura e del governo regionale guidato da Mario Oliverio.

 

«A breve - continuano i deputati 5 stelle - il governo nazionale valuterà anche la questione, da noi posta, della nomina del sub commissario per il rientro dal disavanzo sanitario della Calabria, alla luce dei ritardi e delle criticità rilevati dai ministeri vigilanti e dello smantellamento del dipartimento regionale Tutela della salute da parte del governatore Oliverio».

 

«Durissima - è scritto nella nota - l'illustrazione dell'interpellanza da parte di Sapia, che ha riassunto i problemi urgenti (obbligo di immediata riattivazione degli ospedali di Praia a Mare e Trebisacce, finanziamento secondo le regole del policlinico universitario di Catanzaro e rimozione dei direttori generali inadempienti) ed è peraltro intervenuto sul caso del primario chirurgo dell'ospedale di Crotone, Giuseppe Brisinda», sollecitando «l'invio di ispettori ministeriali per stabilire se lì il pericolo sia lui oppure un apparato che affossa la sanità pubblica a vantaggio di quella privata», sul presupposto che i vertici dell'Asp di Crotone «credono di poter fare come vogliono: dalle nomine apicali a quelle delle commissioni per i concorsi, fino all'assegnazione d'incarichi a dirigenti candidati a tempo scaduto».

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