Il primo aprile di quest'anno è la prima giornata nazionale per la sensibilizzazione contro i rischi che portano alla sordità. Una giornata voluta dalle principali società scientifiche, quindi Società Italiana di otorinolaringoiatria e Società Italiana di audiologia e foniatria che hanno promosso l'evento per sensibilizzare soprattutto la popolazione più giovane all'ascolto sicuro, cioè salvaguardare l'udito dai rischi quotidiani. Un'iniziativa alla quale anche la Calabria risponde presente con l'unità operativa di audiologia e foniatria del policlinico universitario Mater Domini di Catanzaro, diretta da Giuseppe Chiarella, che è anche Centro di riferimento regionale per gli impianti cocleari e le patologie otorinolaringoiatriche che da ormai 20 anni svolge inoltre una grossa attività in termini di disturbi dell'equilibrio.

Parola d'ordine: prevenzione

L'iniziativa nasce anche sulla scia dell'attenzione che quest'anno l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha posto sul tema. «Il pacchetto che sta sollecitando e promuovendo l'Oms è infatti il pacchetto cosiddetto “hearing”, cioè udito – spiega Chiarella - con le varie lettere che corrispondono ognuna ad un aspetto dell'udito tra cui la N di “noice” ovvero rumore».

Difficile stimare quale sia l'incidenza del problema: «Si tratta di una fascia della popolazione non direttamente misurata perchè in Calabria non ci sono studi su questo fenomeno ma certamente si può parlare della necessità di fare prevenzione. Con il passare del tempo sono cambiate le abitudini, è cambiata la disponibilità di strumenti di riproduzione sonora: dai walkman di una volta con un volume piuttosto limitato siamo passati al giorno d'oggi a dispositivi personali dotati di cuffie e possibilità di amplificazione e di modifiche del suono importanti. E considerato che l'ascolto durante il giorno è prolungato c'è il rischio che ci siano dei danni all'udito di non poco conto, per questo bisogna fare prevenzione attraverso un ascolto sicuro perchè i ragazzi non ci pensano: se devono andare in discoteca ci vanno, se devono stare isolati con le cuffie o in una stanza con lo stereo a tutto volume lo fanno».

Danni a lungo termine

«Sarà capitato a tutti di trovarsi sul treno e sentire la musica provenire dalle cuffie del passeggero difronte e noi – prosegue lo specialista -. Proviamo a immaginare quanto deve essere forte questo suono se riusciamo a percepirlo noi dal lato opposto: pressioni sonore prolungate provocano danni all'orecchio. Non ce ne accorgiamo subito ma quando diventa un problema ormai irreversibile». Ma quali sono nello specifico i danni uditivi a lungo termine? «L'esposizione prolungata a suoni troppo intensi comincia a far danno sulle frequenze acute poi man mano si sposta sulle altre frequenze. Questo significa che con il tempo di arriverà a sentire di meno, capire meno le parole e progressivamente continuare a peggiorare. Questa cosa va evitata perchè non ci sono armi terapeutiche: quando c'è una perdita uditiva importante bisogna “protesizzare” cioè mettere un apparecchio acustico, non ci sono medicine che possano invertire questa tendenza».

Screening gratuiti e informazione

«Tra le altre cose, noi abbiamo realizzato un documento scientifico che verrà inviato alle istituzioni politiche in ambito nazionale sullo stato attuale in Italia dell'attenzione sanitaria alla sordità. Uno dei tavoli di lavoro, che ho coordinato personalmente, riguardava proprio i rischi inerenti i rumori connessi ad un ascolto non sicuro e quindi la necessità di fare prevenzione attraverso screening gratuiti nei nostri ambulatori per vedere se c'è una perdita uditiva iniziale o avanzata che possa essere documentata e quindi cominciare a prendere provvedimenti. Oltre a questo siamo impegnati con una campagna di divulgazione di informazioni per aumentare la sensibilità al problema».

I giovani e l'udito

La giornata è rivolta soprattutto ai più giovani e quindi alla popolazione scolastica ma il problema riguarda tutti: «Storicamente abbiamo sempre associato il danno da rumore ad alcuni tipi di lavoro. Paradossalmente adesso questa situazione si sta invertendo: mentre c'è molta legislazione, molta normativa, molta attenzione e molto rigore nei confronti del danno da rumore lavorativo, è diminuita l'attenzione per quel che riguarda il danno da rumore ricreativo, soprattutto nella popolazione giovanile. Ci sono interventi in tal senso sulle apparecchiature ma siccome sono facilmente aggirabili, come cambiare una cuffia per aumentare la potenza di uscita del suono, bisogna insistere in termini di sensibilizzazione e prevenzione. La nostra unità operativa di audiologia e la nostra università sono molto attente in questo senso: mettiamo in atto dei programmi specifici anche con gli studenti per sensibilizzarli al tema».

Dunque il centro catanzarese è certamente un presidio che lavora ma che potrebbe lavorare ancora meglio se avesse più attenzione da parte delle istituzioni: «Potremmo fare ancora di più se avessimo la giusta attenzione – sottolinea il direttore Chiarella - ma sappiamo come stia sudando la Calabria per recuperare molto terreno perduto. Diciamo che abbiamo un centro che ha molta credibilità nazionale e internazionale il che ci consente di essere presenti su situazioni importanti. E questo aiuta ad essere anche più credibili sul territorio».