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«E’ davvero avvilente e insopportabile che vi siano migliaia di dializzati calabresi in continua apprensione per l’insufficienza di strutture senza che vi sia una forte iniziativa della Regione e del Commissario Scura per affrontare e risolvere l’emergenza». Lo afferma in una nota il consigliere regionale Alessandro Nicolò (FdI).
I viaggi a Messina
«Avevo segnalato con una mia interrogazione di sei mesi fa alla Giunta regionale – afferma Alessandro Nicolò - l’impossibilità del dipartimento di ‘Nefrologia’ dell’Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria ‘Bianchi-Melacrino-Morelli’ di fare fronte alla richiesta di assistenza dei dializzati di Reggio e della sua provincia per insufficiente numero di posti letto per chi è affetto da patologie renali gravi e croniche, in media uno su 6042 abitanti, costretti ancora oggi ad emigrare nella vicina Sicilia per effettuare nei centri ospedalieri di Messina il ciclo a giorni alterni per la plasmaferesi, finora senza interventi correttivi sufficienti. I nostri concittadini ammalati, infatti, continuano ad essere ‘imbarcati’ sui pulmini delle cliniche e degli ospedali messinesi per sperare di continuare a vivere».
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Le difficoltà per i pazienti e le famiglie
«Una condizione non solo frustrante – sottolinea Nicolò – per i pazienti, ma anche per i famigliari costretti a loro volta a subire l’inerzia colpevole di chi è responsabile di tale situazione. Città Metropolitana e Asp – ricorda Nicolò - avevano avviato un protocollo d’intesa per individuare locali alternativi all’azienda ospedaliera ‘Bianchi-Melacrino-Morelli’ per il trattamento dei pazienti in dialisi, ma tutto continua ad essere precario e i danni pesano gravemente sulle spalle di chi è ammalato. Peraltro, in questo panorama di colpevoli ritardi – prosegue Alessandro Nicolò – si è levato l’allarme dell’Aned, l’associazione dei pazienti emodializzati, che ha denunciato non solo il persistere della disorganizzazione sanitaria per i pazienti colpiti da tali patologie, ma il vuoto di iniziativa della Regione che non consente a centinaia di calabresi di sperare in un trapianto di organo, di cui 150 dializzati, che sono quasi la metà sul totale dei bisognosi di trapianto d’organo».
«La Regione si mobiliti»
«Una denuncia che desta vivo allarme – dice ancora Nicolò – e che denota ancora una volta la stasi delle iniziative della Regione guidata dal centrosinistra, annodata su stessa e sulle polemiche interne, anziché guardare agli interessi ed ai bisogni reali dei calabresi. E’ auspicabile – conclude Alessandro Nicolò - che il presidente Mario Oliverio produca un intervento immediato per rimuovere ogni causa ostativa che ha finora impedito ai dializzati di Reggio Calabria ed alle loro famiglie di porre fine a questa forma di migrazione sanitaria, tenuto conto che ai ‘Riuniti’ vi è personale medico e paramedico di comprovata eccellenza che ha le mani legate da una burocrazia frutto di scelte politiche che impedisce di fatto la normalità dell’assistenza ospedaliera a sfortunati cittadini sballottati continuamente di qua e di là dello Stretto di Messina, gravando altresì il già precario bilancio della nostra Regione».
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