Emergenza dializzati: qualcosa si muove. Finalmente, dopo anni e anni di dure battaglie, da sabato scorso sono stati attivati al reparto di nefrologia del “Grande ospedale metropolitano" di Reggio Calabria, due posti rene in più che permettono ad otto pazienti di effettuare il trattamento della dialisi in città e non più a Messina. Da martedì poi, dovrebbe attivarsi un altro posto ed in tutto saranno quindi 12 i malati che potranno curarsi a Reggio senza essere costretti a recarsi oltre lo Stretto, con viaggi estenuanti, così come accaduto per circa dieci anni.


Martedì quindi dovrebbe finalmente chiudersi una delle pagine più brutte della sanità locale che ha visto decine e decine di persone, gravemente malate e la maggior parte anziane, alzarsi alle quattro del mattino per recarsi a Messina, in un centro privato sovvenzionato dalla Regione Calabria, con un grave disagio fisico e anche psicologico. La vicenda è stata seguita e monitorata, anno dopo anno, dalla sezione provinciale dell’ Aned, l’associazione  nazionale che tutela i pazienti emodializzati che ha chiesto con forza l’intervento non solo dei vertici ospedalieri e dell’Asp, ma anche della Prefettura reggina. Numerosi infatti, i tavoli tecnici convocati dal Prefetto Michele Di Bari dove ogni volta sembrava che la soluzione fosse a portata di mano e invece, i mesi passavano e nulla cambiava. Le promesse dei rappresentanti politici erano però sempre le stesse come quelle più volte espresse dall’ex commissario alla sanità Massimo Scura.


Adesso, però pare quindi che l’odissea dei dializzati reggini sia finita.
Bisogna però ancora fare il punto e trovare soluzioni concrete, per quanto riguarda i posti rene all’ospedale “Tiberio Evoli” di Melito Porto Salvo. Attualmente sono operativi dodici posti e a questi se ne aggiungeranno altri tre e in tutto sarebbero 60 i pazienti che ne potrebbero usufruire, ma manca l’attivazione del servizio navetta che collega Reggio al comune del versante grecanico della provincia.


I pazienti che si curano a Melito infatti, devono recarsi con mezzi propri rischiando la propria incolumità poiché al termine della dialisi la loro pressione arteriosa è “alle stelle” e guidare l’auto rappresenta un pericolo per loro e per gli altri. Il servizio navetta dovrebbe essere attivato dall’Asp, ma nonostante gli impegni assunti in Prefettura, ancora non ha provveduto ad istituire.


Al palo anche un’altra questione ossia la realizzazione del centro dialisi pubblico che dovrebbe così curare i pazienti “sollevando” dall’emergenza il reparto di Nefrologia del Gom.
L’ex commissario Scura ne aveva individuato la sede ossia quella dell’ex palazzo Enpas, di proprietà della Regione, e aveva annunciato lo stanziamento di un milione di euro per adeguarlo alla nuova destinazione d’uso. Al momento però, manca ancora l’ok da parte del dipartimento “Salute” della Regione e quindi il progetto è bloccato.


Inoltre, occorre che la Regione approvi il fabbisogno esplicitato dall’Asp, una prassi già avvenuta in passato e per altri settore, ma che per questa specifica esigenza risulta essere ferma. Occorre infatti, che le Istituzioni accelerino la pratica perché oltre ai pazienti che attualmente effettuano la dialisi ce ne sono tantissimi in lista di attesa  e che a breve dovranno entrare in cura e il reparto di Nefrologia ha già esaurito i posti disponibili, ottemperando ad un’emergenza che sarebbe dovuta essere gestita dal centro pubblico, un centro che ancora non esiste nonostante le mille promesse degli ultimi anni.