Coronavirus e cuore, a LaC Salute il direttore della Società italiana di cardiologia

VIDEO | Il professore Ciro Indolfi spiega quali sono i rischi per chi è affetto da scompensi e patologie cardiache. E lancia l’allarme: «Il Sud non è preparato ad affrontare l’emergenza che ora riguarda il Nord»

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di R. G.
15 marzo 2020
11:43

Mentre anche la Calabria combatte contro il covid-19, riparte LaC Salute. Combattere il coronavirus: è stato questo il tema della prima puntata della nuova stagione della rubrica curata da Rossella Galati in onda su LaC tv canale 19 ogni sabato alle 15.30. Se n’è parlato con il direttore del reparto di malattie infettive dell’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro Lucio Cosco, con il presidente della Società Italiana di Cardiologia e direttore della cardiologia universitaria di Catanzaro Ciro Indolfi, con la psicoterapeuta Miryam Frosina, con la farmacista Maria Rita Albanese.

 


Per i malati cardiaci rischio maggiore

«L’influenza stagionale colpisce in maniera particolare gli anziani e alcune persone che hanno gravi patologie come scompenso cardiaco, pregressi infarti. Sono pazienti che hanno un equilibrio instabile e per una banale influenza possono avere conseguenze fatali. Nel caso del Covd-19 abbiamo delle novità - ha spiegato Indolfi -: ovvero che la malattia colpisce anche il cuore. Quindi abbiamo due ipotesi: una è quella che l’insufficienza respiratoria possa peggiorare una condizione già instabile, la seconda è che questo virus Sars Cov 2 possa attaccare selettivamente il cuore».

 

Mortalità più alta rispetto all'influenza stagionale

«Intanto abbiamo constatato che la maggioranza dei soggetti che sono morti in Italia per coronavirus erano anziani. Questo non significa che i giovani occasionalmente possono essere colpiti dalla malattia ma che sostanzialmente la popolazione anziana è più a rischio e quindi noi consigliamo a tutti i pazienti cardiopatici anziani di rimanere a casa. Poi abbiamo altre differenze rispetto all’influenza. Intanto la mortalità globale del covid 19 è più alta rispetto alla mortalità per influenza stagionale e questo potrebbe essere legato al fatto che il coronavirus può colpire in modo selettivo il cuore. A differenza della normale influenza, per covid19 può essere necessario  il ricorso ad una respirazione assistita e qui cominciano le complessità».

 

Pronti a gestire l'emergenza?

Ma la Calabria è pronta a gestire l'emergenza? Per Infolfi dipende dai numeri, da quanti saranno i soggetti ammalati. «Nel caso infausto che il numero possa essere simile a quello del nord Italia sicuramente la sanità del sud Italia non è preparata: abbiamo ospedali vecchi, il piano di rientro da dieci anni ha ucciso la nostra, non abbiamo più reintegrato i medici che sono andati in pensione, abbiamo bloccato le assunzioni, il parco macchine per quanto riguarda la diagnostica è vecchio quindi abbiamo una questione meridionale della sanità. Speriamo che i numeri bassi dei contagi in Calabria continuino a rimanere tali nelle prossime settimane. Sicuramente  se l’emergenza sarà uguale a quella del nord avremo dei grandi problemi organizzativi».

 

La diffusione del virus

Un altro aspetto che preoccupa i cittadini è la facile e rapida diffusione del virus. «Un soggetto positivo, anche se asintomatico, può infettare da due a tre persone e questo innesca una serie di conseguenze che portano ad un aumento di contagi in modo esponenziale - ha chiarito lo specialista a LaC Salute -: se una persona infetta tre persone, quelle persone ne infettano altre nove e così via. È quello che  successo in buona sostanza al nord Italia».

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Giornalista
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