Il referente per l’emergenza coronavirus: «Realizzato un piano di distribuzione evidentemente efficace. Ma la pandemia non è finita»
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«Noi riusciremo a vaccinare tutti gli italiani che lo vorranno entro il prossimo autunno». Lo ha sottolineato Domenica Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza coronavirus intervenendo a 'Mezz'ora in più su Rai3.
L’indice sui contagi
«Abbiamo avuto nel pieno della seconda ondata l’indice Rt che è arrivato vicino a 2, sono state introdotte misure di contenimento e si è abbassato fino ad arrivare sotto l'1. Nelle ultime settimane questo indice è ricominciato a salire. È sopra 1, lontano da quello di qualche tempo fa ma diverso anche da 0,8».
E ancora. «La vicenda è molto semplice, abbiamo capito tutti che la moltiplicazione dei contagi si evita con le misure che oramai fanno parte del nostro patrimonio cognitivo, distanziamento, assenza di assembramenti, protezione con le mascherine, igiene delle mani e delle altre parti sensibili del corpo. Nessuno può immaginare che queste misure non debbano continuare ad essere adottate».
Il piano vaccini
«La differenza rispetto al passato è che ora ci sono i vaccini, ma anche qui bisogna essere chiari: noi riusciremo a vaccinare tutti gli italiani che lo vorranno entro il prossimo autunno, fino a quel giorno dobbiamo pattinare in un equilibrio tra i contagi e i vaccini. Se noi pensiamo oggi che -con 600mila vaccini fatti, l’1% della popolazione italiana, sebbene siamo quelli che ne hanno fatti di più in Europa - la pandemia è finita, vuol dire che non abbiamo fatto tesoro di quello che è successo in questo anno e non ci accorgiamo di quello che succede al di fuori dei nostri confini. Il virus ha ripreso la sua recrudescenza nel Regno Unito, in Francia, in Spagna e anche in Germania», ha detto ancora.
In Italia «è successo quello che era successo anche nel passato: le opinioni devono lasciare il campo ai numeri. Rispetto ai vaccini noi abbiamo realizzato un piano di distribuzione evidentemente efficace, abbiamo richiesto e ottenuto una piena collaborazione da parte delle regioni e siamo semplicemente il paese leader in Europa con più dosi inoculate». «La bella notizia è la passione di tutte le amministrazioni dopo un inizio asimmetrico da parte delle regioni: il Lazio era ed è tra le regioni in testa alla classifica, e una regione come la Lombardia che stentava a mettersi in moto ora sta vaccinando al ritmo delle altre. C’è questa passione e collaborazione perché fino alla fine del 2020 tutti noi guardavamo un numero o due, i contagiati e i deceduti, ora ne guardiamo tre, anche il numero dei vaccinati, prima c'era il buio - sottolinea Arcuri - ora si inizia a vedere anche un po' di luce».