Coronavirus, la Calabria preoccupa il ministero. «Unica regione non attrezzata per l’emergenza»

La circolare stronca la regione: «Non è dotata di struttura specifica». E si pensa a un "tutoraggio" esterno per sovrintendere alla situazione

di Elisa Barresi
1 febbraio 2020
09:33

«La Calabria non è dotata di una struttura specifica» per gestire una emergenza epidemiologica ed è la regione che presenta le maggiori difficoltà. Sono righe tremende quelle riportate all'interno di una circolare del Ministero della Salute con riferimento al coronavirus.

Lo spazio dedicato alla Calabria è quello alla fine del documento, ma attesta - stando a quanto riferiscono gli esperti del Ministero - come la regione sia l'unica a non essere dotata dei mezzi necessari per far fronte ad una potenziale emergenza. E cosa si decide di fare? Quello che evidentemente si pensa sia più semplice: individuare una figura esterna (di fatto una sorta di "commissario") «specificamente incaricata di sovrintendere a tale situazione di emergenza».


 

Il caso sospetto a Reggio Calabria

L’oggetto della circolare concerne i potenziali casi di coronavirus (nCoV) e la relativa gestione. Qualcosa che in questo momento di attesa riguarda molto da vicino Reggio Calabria dove, in regime di isolamento, è ricoverata una ragazza di Taurianova. Mentre cresce l’attesa per i risultati dei test analizzati dallo Spallanzani di Roma, arriva una circolare da Ministero, riportata da Quotidianosanità.it autorevole testata specializzata, che lascia poco da sperare sulla gestione del virus in Calabria.

Precisamente alla voce “altri elementi" il direttore generale della prevenzione sanitaria, ufficio prevenzione delle malattie trasmissibili e profilassi internazionale, Claudio D’Amario, pone l'accento sulla Calabria: «Con riferimento alla gestione dei potenziali casi di coronavirus, si rappresenta che – tra le regioni – la Calabria risulta essere quella con maggiori difficoltà di gestione dell’emergenza epidemiologica, non essendo dotata di una struttura specifica a tal fine dedicata. A tale riguardo, si sottopone alle valutazioni l’individuazione di una figura specificamente incaricata di sovrintendere a tale situazione di emergenza».

 

La Calabria si conferma la Cenerentola d’Italia nella sanità e se il commissario non basta, arriva una figura da dedicare all’emergenza. Peccato che il caso sospetto, intanto, a Reggio Calabria sia stato gestito con enorme professionalità da tutti gli attori coinvolti, risultando fra l'altro uno dei primi sospetti assoluti in Italia.

Così, mentre oggi si attendono gli esiti, nel frattempo, come si legge nella circolare del Ministero, «la continua evoluzione della situazione epidemiologica dell’infezione 2019 n-CoV induce a rivalutare non solo la gestione dei casi, ma anche la gestione delle persone che sono state in contatto con i nuovi casi individuati ("contatti"). Per questo il Ministero ha emanato una nuova circolare con gli elementi per la sorveglianza ed il controllo dell’infezione».

 

La versione integrale della circolare del Ministero

«La continua evoluzione della situazione epidemiologica dell’infezione 2019 n-CoV induce a rivalutare non solo la gestione dei casi, ma anche la gestione delle persone che sono state in contatto con i nuovi casi individuati ("contatti").
Si forniscono di seguito elementi per la sorveglianza ed il controllo dell’infezione.


CASO NAVE. Paziente febbrile a bordo della nave, classificato come “contatto a rischio di infezione”, secondo i criteri:
- Esposizione associata all’assistenza sanitaria, compresa la fornitura di cure dirette ai pazienti nCoV, o la permanenza nello stesso ambiente di pazienti confermati con nCoV.
- Viaggio insieme ad un paziente nCoV in qualsiasi tipo di trasporto.
- Coabitazione con un paziente nCoV. Il legame epidemiologico deve essere avvenuto entro un periodo di 14 giorni.


Il Ministero raccomanda l’isolamento in ospedale di bordo o (ove non disponibile) in cabina singola.


GESTIONE DEL PAZIENTE. Alla validazione del risultato del test da parte dell’Istituto Superiore di Sanità, attivazione della/delle regioni interessate dal transito del paziente. Prevedere lo sbarco e il ricovero del paziente nel minor tempo possibile, in relazione allo stato di salute dello stesso, presso strutture di riferimento per le malattie infettive.

 

GESTIONE DEI CONTATTI. Adottare misure precauzionali per coloro che sono entrati a contatto stretto e protratto con il paziente nei quattordici giorni antecedenti all’insorgenza dei sintomi. Gli interventi previsti saranno a cura dei Dipartimenti di prevenzione delle ASL competenti per territorio. Debbono essere sottoposti a sorveglianza sanitaria unicamente i contatti precedentemente descritti, al fine di identificare precocemente l’eventuale insorgenza di sintomi compatibili con infezione da nCoV.



I contatti sono tenuti a:
• misurare la temperatura due volte al giorno per 14 giorni;
• riportare al medico della ASL che effettua la sorveglianza l’insorgenza di eventuali sintomi, in particolare se a carico dell’apparato respiratorio. Ai fini della valutazione dell’esposizione debbono essere considerati:
• i sistemi di aereazione della nave;
• la posizione delle cabine occupate dal “caso sospetto”;
• le procedure di bordo. Misure per l’autorizzazione dello sbarco.
• autorizzare lo sbarco dei passeggeri con destinazione certa previo controllo della temperatura;
• effettuare misurazione della temperatura al momento dello sbarco e consegnare le istruzioni per il contatto con le autorità sanitarie;
• effettuare sugli sbarcati e sui passeggeri ancora a bordo sorveglianza attiva (contatto quotidiano da parte delle strutture sanitarie pubbliche – due volte al giorno – per conoscere lo stato di salute; mantenimento dello stato di isolamento), che esita in ricovero (in caso di malattia) ovvero in cessazione della sorveglianza;
• effettuare tempestiva comunicazione all’USMAF competente, quando il paziente sia arrivato in Italia con volo aereo, per l’attivazione della procedura di rintraccio dei passeggeri considerati contatti stretti (due file avanti e dietro, nonché la stessa fila da tutti i lati).



CASO SUL TERRITORIO. Alla validazione del risultato del test da parte dell’Istituto Superiore di Sanità, attivazione della/delle regioni interessate dal transito del paziente, per avviare la ricerca dei contatti stretti e sottoporli alla sorveglianza attiva (contatto quotidiano da parte delle strutture sanitarie pubbliche – due volte al giorno – per conoscere lo stato di salute; mantenimento dello stato di isolamento), che esita in ricovero (in caso di malattia) ovvero in cessazione della sorveglianza.



RACCOMANDAZIONI IN CASO DI ISOLAMENTO DOMICILIARE FIDUCIARIO. Qualora il paziente venga posto in isolamento domiciliare, il referente Malattie Infettive del Dipartimento di Prevenzione di competenza per il domicilio provvede a:
• istruire adeguatamente sia il paziente che i familiari per applicare le precauzioni per prevenire la trasmissione da contatto, droplet (goccioline) e aerea;
• misurare quotidianamente la temperatura corporea e provvedere, se necessario, ad una valutazione clinicamente avvalendosi del referente clinico individuato;
• concordare con il medico infettivologo dell’ospedale di riferimento le modalità di gestione clinica del caso ed il termine dell’isolamento.



ALTRI ELEMENTI. Con riferimento alla gestione dei potenziali casi di coronavirus, si rappresenta che – tra le regioni – la Calabria risulta essere quella con maggiori difficoltà di gestione dell’emergenza epidemiologica, non essendo dotata di una struttura specifica a tal fine dedicata. A tale riguardo, si sottopone alle valutazioni l’individuazione di una figura specificamente incaricata di sovrintendere a tale situazione di emergenza».

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