VIDEO | Nella nuova puntata della rubrica targata LaC Tv l'esperienza del centro diurno Alpade di Catanzaro, la testimonianza di Valentina e i consigli della nutrizionista Maria Grazia Santagata
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È un luogo pensato e arredato per le persone con demenza, è un luogo luminoso e accogliente. Un luogo dove la musica, gli abbracci, le emozioni, i colori scandiscono le giornate. È il centro diurno Al.Pa.De, Alzheimer, Parkinson e demenze di Catanzaro, gestito dall’associazione Ra. Gi. di Elena Sodano, chiuso dai primi di marzo a causa dell’emergenza coronavirus. Ed è tra quelle pareti colorate, arricchite da foto e ricordi che Rossella Galati ha incontrato la presidente dell’associazione Elena Sodano, nel corso della nuova puntata di LaC Salute, in onda su LaC Tv ogni venerdì alle 21.00 e sabato alle 15.30, dal titolo “coronavirus e demenze”.
Distanti oggi, vicini domani
Al centro i bisogni delle famiglie con persone affette da demenze con le quali l’associazione continua a mantenere vivi i legami attraverso l’iniziativa “distanti oggi, vicini domani”, un servizio di videochiamate skype che giorno dopo giorno è diventato qualcosa di più: «Le esigenze delle nostre famiglie sono veramente tante e diverse - ha spiegato la Sodano -. Ogni giorno attraverso le videochiamate parliamo con i nostri ospiti e riusciamo a vederli in situazioni per noi nuove. Con alcuni ci vediamo durante la colazione, con altri mentre fanno la barba. Vediamo i nostri ospiti in un’altra dimensione che è quella della vita quotidiana all’interno delle loro case, con le loro famiglie. Ma skype ci serve anche per fare attività di foniatria, fisioterapia. E per noi è importante far lavorare anche le famiglie, per evitare il loro isolamento».
I bisogni delle famiglie
In questo momento una famiglia con persone con demenza è doppiamente colpita dal coronavirus secondo la Sodano perché «un familiare vive anche la responsabilità nei confronti del suo caro, perché deve proteggerlo da questa pandemia in quanto la demenza va oltre il divieto che ci viene imposto. Le persone con demenze sentono che all’interno del loro piccolo mondo qualcosa sta cambiando. E noi diciamo sempre a queste famiglie: non state sempre davanti al televisore, non parlate sempre di questo problema perché per loro la parola “coronavirus” non ha senso, non sanno neanche di cosa si tratta. E nel momento in cui un familiare è preoccupato loro percepiscono questa preoccupazione».
Un doppio isolamento
Dunque secondo la presidente della Ra.Gi. Onlus, le famiglie con persone affette da demenza vivono un doppio isolamento: «Queste famiglie erano già isolate prima della pandemia, perché la demenza fa paura. E in questo momento in cui tutti sono spaventati da qualcosa che è invisibile le ripercussioni sono enormi. Ma nonostante tutto, dobbiamo anche dire che ci sono dei figli splendidi che per amore dei loro cari si inventano cose straordinarie». Ma quali sono le difficoltà che le famiglie stanno vivendo in queste settimane caratterizzate da forti restrizioni? A spiegarlo è stata Valentina Paonessa, figlia di Serafina, affetta da demenza precoce dall’età di 54 anni, tra gli ospiti del centro diurno Al.Pa.De.
Il ricordo di Cilesi, morto per coronavirus
Nel corso della puntata un sentito ricordo anche di Ivo Cilesi, psicopedagogista e terapeuta specializzato nella lotta all'Alzheimer, deceduto all’ospedale di Parma a soli 62 anni a causa del coronavirus. Protagonista indiscusso in Italia della diffusione delle cosiddette terapie non farmacologiche della bambola e del treno virtuale che lo stesso aveva portato anche in Calabria, a Catanzaro, lo scorso mede di novembre.
E infine spazio anche agli utili consigli della nutrizionista Maria Grazia Santagata per mantenere sotto controllo l’alimentazione e il benessere psicofisico durante l’isolamento domestico spesso caratterizzato da fame nervosa e attacchi di ansia.