Coronavirus, cosa c'è da sapere: un video per spiegare l’infezione

Un breve video di LaC News24 spiega cosa è il coronavirus per informare gli utenti di fronte a questa situazione emergenziale che sta bloccando diverse aree italiane e i cui casi di contagio continuano a crescere ora dopo ora

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di Ilaria  Giampà
24 febbraio 2020
12:19

I casi di Coronavirus continuano a crescere ora dopo ora, la situazione è definita spettrale nelle aree focolaio del Nord, la paura è in aumento nell’Italia intera e anche in Calabria, alimentata dalla facilità del contagio che ha portato di fatto il nostro Paese, con allo stato attuale oltre 200 contagiati e 5 vittime, a sbalzare al terzo posto al mondo per diffusione dell’ormai nota COVID-19 .

 


Un video di LaCNews24 riassume le informazioni principali di questo nuovo ceppo di coronavirus, che non è stato precedentemente mai identificato sull’uomo, e che si presenta particolarmente aggressivo nel 20% delle persone infettate, secondo le stime finora diffuse.

 

Un breve filmato che vuole informare gli utenti di fronte a questa situazione emergenziale, ricordando sempre di fare affidamento al sito del Ministero della Salute che ha predisposto una sezione apposita per dare risposte ai dubbi e per fornire consigli su come comportarsi per cercare di evitare il contagio del nuovo coronavirus per il quale attualmente non esiste un vaccino, essendo la COVID-19 una malattia nuova.

 

Sono numerose le domande degli italiani intorno all’emergenza coronavirus e alla capacità di fronteggiarla.

Di seguito riportiamo un elenco dei maggiori quesiti che stanno circolando fra le persone fornendo una risposta concreta a ciascuno di essi.

 

Perché non c’è traccia del paziente zero?

Trovare il paziente zero permetterebbe di effettuare controlli su tutte le persone venute a contatto col virus. Di fatto allo stato attuale in Italia trovare il paziente 0 risulta un mistero, ed è lo scenario più temuto dai virologi, infettivologi ed epidemiologi che sono colpiti dal fatto che nessuna delle persone contagiate è mai stata in Cina recentemente. Il virologo Pregliasco dell’Università di Milano spiega: "Al momento si possono fare solo ipotesi. Potrebbe esserci stata qualche persona rientrata dalla Cina in una fase iniziale, quando non c'era tutta l'attenzione degli ultimi giorni. Magari in una famiglia, o un contesto chiuso, si è creata una situazione di incubazione, e da lì poi è iniziata la diffusione. Ora ne vediamo gli effetti ma non riusciamo più a intercettare il caso iniziale perché magari è pure guarito".

 

Dobbiamo parlare di epidemia o pandemia?

Attualmente dobbiamo parlare di “focolaio”, vale a dire l'improvviso aumento di contagi circoscritto in una determinata area. L’epidemia si ha laddove invece il contagio è frequente e localizzato ma limitato nel tempo, come nel caso dell'influenza stagionale. Non si può parlare di pandemia, perché vorrebbe dire la diffusione del coronavirus in tutto il mondo ma non è assolutamente cosi, poichè col covid-19 sono tanti i Paesi coinvolti ma i numeri restano comunque infinitesimamente bassi per poter parlare di pandemia. A dirlo è proprio Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene e medicina preventiva all'Università Cattolica di Roma e rappresentante dell'Italia nell'Executive Board dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) "Pandemia vuol dire che il virus in tutto il mondo, non è così. Dobbiamo evitare questo passaggio, che terrorizza tutti".

 

Quanto dura il periodo di incubazione?

Finora gli esperti hanno sempre indicato un periodo di incubazione, cioè quello che passa dall’infezione al manifestarsi dei primi sintomi, di 7-14 giorni. Tuttavia, il governatore dell’Hubei sabato 22 febbraio ha segnalato il caso di un anziano che ha manifestato i primi sintomi ben 27 giorni dopo l’infezione. L’ipotesi di un’incubazione più lunga del previsto è stata avanzata anche da Walter Ricciardi. Per ora l’Oms considera le eccezioni come eventuali “doppie esposizioni” all’infezione e sostiene che i 24 giorni hanno rappresentato un’osservazione anomala e afferma che non sta considerando di modificare le raccomandazioni relative ai periodi di incubazione.

 

Perché in Italia si è diffuso così rapidamente il virus?

«C'è stata una non conoscenza dei sanitari che non sono stati in grado di riconoscere immediatamente i sintomi del virus» ha commentato il commissario all'emergenza Angelo Borrelli. «Non è un problema di quantità di test. Ci sono state situazioni in cui non si è stati in grado di riconoscere immediatamente i sintomi del virus» ha aggiunto Borrelli precisando come non sia stata una negligenza dei medici, piuttosto una difficoltà ad individuare i sintomi. «Quello che è successo in Italia è un caso da manuale in cui una o più persone vengono contagiate da chi arriva da un luogo di epidemia, e poi ci sono dei contagiati secondari con lo stesso tempo di incubazione » ha sottolineato Walter Ricciardi, che aggiunge: «inoltre, quando vengono contagiati i medici significa che non si sono messe in campo le pratiche adatte, oltre al fatto che il virus è molto contagioso».

 

Intanto in queste ore il governo si sta impegnando, attraverso un nuovo decreto legge, a mettere in campo le stesse misure di sostegno economico che si applicano in caso di terremoti e alluvioni, annoverando quindi il Coronavirus tra le calamità naturali e lavorando in “tempi molto rapidi” alla sospensione dei pagamenti di tasse e cartelle, ma anche delle bollette elettriche. In più, come fa sapere anche l'Abi, sono in corso in queste ore contatti con l'associazione delle banche per siglare un accordo per lo stop dei pagamenti delle rate dei mutui bancari nelle aree a rischio.

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