Sono oltre 280 i test sierologici eseguiti al S. Anna Hospital su tutto il personale impegnato nella struttura ospedaliera, centro di riferimento del Servizio sanitario nazionale per l’Alta Specialità del Cuore. Lo rende noto, con un comunicato, la clinica catanzarese.

«Lo screening, cui ha aderito la totalità del personale attualmente in servizio, è stato condotto - si legge - mediante analisi del sangue processate presso il laboratorio attivo nella stessa struttura ospedaliera e costituisce una prima fase di analisi, i cui risultati sono a disposizione delle competenti autorità sanitarie, cui seguiranno ulteriori fasi correlate al progressivo sviluppo della pandemia in atto anche sul territorio calabrese.

Sin dal 10 marzo - si fa rilevare - in collaborazione con la Protezione Civile Regionale, presso il S.Anna Hospital è stata realizzata una stazione di pre-triage attraverso la quale far transitare ogni ingresso alla struttura sanitaria verificando prioritariamente la temperatura di ciascuna persona nonché l’avvenuta adozione di ogni opportuna misura di prevenzione individuale. Si è altresì dovuto interdire l’accesso a parenti e visitatori e limitare, anche in esecuzione dei progressivi indirizzi regionali, i casi da trattare.Si è continuato quindi a rendere prestazioni solo in tutti quei casi che esse presentassero carattere di urgenza, sia che provenissero dagli altri ospedali regionali che direttamente dai medici di base».

«Abbiamo fatto richiesta alle competenti autorità – dice il direttore sanitario Capomolla- per l’esecuzione dei tamponi, e dei relativi test, su tutto il nostro personale sanitario al fine di garantirne, in sicurezza, la piena operatività; non è stata ancora calendarizzata alcuna iniziativa e ci è parso quindi utile, per la sicurezza del personale e dei pazienti, provvedere noi stessi agli esami anticorpali cui si vorrebbe, a breve, assegnare grande importanza per la ripresa, seppure, graduata, delle normali attività.

La nostra struttura ospedaliera - aggiunge - continua a svolgere nel panorama regionale la sua funzione no covid in favore dei pazienti cardiopatici della regione, ed in tal senso abbiamo ritenuto necessario raccogliere, attraverso lo screening, conferma della sua idoneità a tutela dei sanitari e dei pazienti; ciò non di meno è stata individuata, all’interno, un’area protetta nella quale poter gestire in sicurezza eventuali manifestazioni covid su pazienti le cui transitorie condizioni cliniche non ne consentissero l’immediato trasferimento in strutture più adatte. Speriamo - conclude - comunque, e continueremo a fare di tutto, che essa non debba mai essere utilizzata».