A Corigliano-Rossano pronto soccorso al collasso ma nessuno parla

VIDEO | La denuncia del segretario regionale della Fna Mario Smurra che raccoglie le lamentele dei suoi associati. I medici si trincerano dietro a laconici no comment

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di Marco  Lefosse
21 giugno 2019
13:56

I pronto soccorso dello spoke di Corigliano-Rossano, gli unici nel raggio di 150 km in un territorio che vanta un’utenza di oltre 220mila abitanti, sono ormai al collasso.

 


Solo un ospedale nel raggio di 150 km e pochi medici

È il silenzio ad imperare, però, su una situazione che da più parti si palesa critica. E questo non per colpa della professionalità del personale medico e paramedico ma per una qualità del servizio sanitario che viene meno perché il numero degli operatori non è adeguato alle esigenze di un’utenza ampia e soprattutto anziana, che ha bisogno di cure in un terra in cui la sanità privata e praticamente inesistente. Ma mentre i medici si trincerano dietro i no-comment, a sollevare la questione sono le associazioni dei consumatori e i sindacati.

 

«Raccogliamo le lamentale degli utenti»

«Ogni giorno – dice il segretario regionale della Fna, Mario Smurra – nei nostri centri registriamo decine e decine di lamentele dovuti ai disagi che accadono all’interno delle strutture ospedaliere e soprattutto nei due pronto soccorso degli ospedali spoke di Corigliano e Rossano. Ci sono persone, soprattutto anziani, che aspettano invano e per ore nelle sale d’attesa dei presidi. Spesso si verifica, purtroppo, che persone con dolori vanno via perché non ce la fanno ad aspettare. Altra questione, a mio avviso molto grave – aggiunge Smurra – e per quanti hanno la “fortuna” di accedere alle cure del Pronto soccorso che si ritrovano a sostare nelle camere calde del reparto di prima emergenza per trovare un posto letto». Insomma, una situazione imbarazzante, che sicuramente non rispecchia i canoni di quello che dovrebbe essere un paese civile.

 

Silenzio e indifferenza peccato originale della Sibaritide

Ma dicevamo del silenzio, misto ad indifferenza. Ed è questo, probabilmente, il peccato originale del territorio dell’alto Jonio calabrese che in realtà non ha mai avuto la forza e forse anche il coraggio di alzare la testa e denunciare i maltolto, le cose che non vanno, i soprusi se non quando le condizioni di emergenza si sono protratte oltre il punto di non ritorno. Fu così per il tribunale e, oggi, sta succedendo la stessa cosa per la sanità. Fino a quando?

Ci si lamenta in silenzio ma senza dare mai sfogo ad una protesta forte, unanime e fragorosa.

Giornalista
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