Non sono più accettabili le carenze di personale medico, infermieristico e oo.ss. presso lo Spoke di Castrovillari, soprattutto se in tempo di emergenza da Coronavirus a farne le spese sono i malati oncologici. Lo denuncia l'associazione politico culturale Forza Castrovillari, che mette il dito nella piaga riguardo la situazione dell'unità operativa semplice di Oncologia fino a qualche mese fa ubicata in «in locali angusti con perdite di acqua dal soffitto» ed ora temporaneamente spostata nell’ex reparto di ortopedia con «criticità di non poco conto per l’assoluta mancanza di una adeguata strumentazione come l’ecografo utilizzato nelle paracentesi o toracentesi, di un apparecchio per l’esame emocromocitometrico veloce, di un apparecchio per l’emogasanalisi per disturbi elettrolitici».

 

Questioni che espongono il personale a «perdita di tempo e ritmi inaccettabili» per le notevoli difficoltà organizzative e disbrighi burocratici per una unità operativa che eroga quasi 3500 Pac (pacchetti assistenziali complessi) - una sorta di Day Hospital - durante i quali quasi tutti i pazienti ricevono trattamenti chemioterapici per una durata che va dai 90 giorni a diversi anni. La situazione diventa ancora più grave se si tiene conto che il personale medico «é costretto a contribuire con il proprio monte ore a turni divisionali in altre unità operative» e che la mancanza di personale amministrativo sia in ospedale che sul territorio «rende impossibile un corretto collegamento fra la struttura oncologica e quel poco di esistente sul territorio».

 

I medici che resistono perchè hanno scelto questo lavoro come «missione» si devono anche sobbarcare l'onore di non avere una degenza dedicata ai pazienti oncologici. Così i medici oncologici sono impegnati in richieste di interventi in altri reparti o in pronto soccorso «esponendo - denuncia Forza Castrovillari - a rischi notevoli i pazienti per ulteriori attese ed importanti carichi emotivi da parte dei pazienti oncologici e dell’intera famiglia coinvolta».

 

Tra queste note dolenti se ne aggiunge un'altra scritta tra nero su bianco nel DCA 100 del Commissario regionale alla Sanità della Regione Calabria il quale «ha abolito ogni possibilità che un paziente della zona del Pollino, della Valle dell’Esaro e dell’Alto Ionio» di «sottoporsi ad un intervento chirurgico per cancro della mammella a Castrovillari così come i tumori dell’intestino, stomaco compreso, che non potranno essere più operati» nello spoke della città del Pollino. Scelte motivate dalla fredda leggere dei «numeri delle prestazioni dei casi trattati che devono essere sufficientemente alti ma non devono essere riferiti alla struttura , bensì alle equipes».

 

La «strana» - per come la definisce l'associazione cittadina - logica calabrese non tiene conto delle Equipes itineranti ed integrate nei vari ospedali, come succede, ormai da anni, nella più fortunata terra lombarda che vede «impegnati, ormai da tempo, eccellenti medici calabresi». Il percorso del paziente con il cancro «deve essere meno difficoltoso e meno pesante» chiede Forza Castrovillari consentendo ai malati di vivere a fianco dei propri cari e alleggerendolo del pesante fardello psicologico «contribuendo così a quel mondo della green oncology».