Tutti gli articoli di Salute
PHOTO
La buona sanità. Quella sempre più spesso lontana dalle prime pagine, ma ancora capace di dare un nuovo senso a esistenze che sembrano finite in vicoli ciechi. La storia di Maria Dolores potrebbe essere una delle tante nel lungo elenco dei casi clinici risolti in silenzio, ma, stavolta, la protagonista ha deciso di renderla pubblica per ringraziare i sanitari che l’hanno salvata e trasmettere così un messaggio di speranza e fiducia verso chi opera quotidianamente tra mille difficoltà.
La storia
Un giorno del 2010 il cammino di Maria Dolores subisce una battuta d’arresto, quando «a seguito di una risonanza per forti emicranie, mi viene diagnosticata la malformazione di Arnold Chiari, un’anomalia congenita al cervello».
La donna viene subito rassicurata che la malattia può essere tenuta sotto controllo con monitoraggi e antidolorifici, e decide così di conviverci tuffandosi nella vita di ogni giorno.
Qualche anno dopo entra casualmente in contatto con il dott. Salvatore Aiello, responsabile del reparto di Neurochirurgia dell’Annunziata di Cosenza, il quale, messo al corrente del problema, la invita a effettuare una risonanza di controllo il cui esito viene definito da Maria Dolores come «una pesante mazzata. Nel referto – prosegue - si legge: “significativa presenza di siringomielia”, in pratica – come spiegatomi dallo stesso dott. Aiello - si era formata una siringe, una cisti di liquido nel midollo spinale che comprimeva sotto il cervelletto, proprio nella parte che controlla il respiro».
Per lei inizia un calvario che le fa perdere progressivamente sensibilità nella parte superiore del tronco, portando anche problemi di problemi di vista, debolezza muscolare, formicolio alle mani e altri sintomi minori.
«Il dott. Aiello – spiega la donna - mi consiglia di intervenire subito chirurgicamente poiché si sarebbero potuti in breve tempo creare danni irreversibili al midollo. Tra mille paure decido di entrare in sala operatoria sottoponendomi ad un intervento delicatissimo della durata di ben 9 ore». Un’operazione che presenta non poche difficoltà: «Oltre alla decompressione del cranio con l’aspirazione della siringe, pare che le mie tonsille cerebellari fossero finite nel midollo spinale, quindi è stato addirittura necessario “fare spazio” asportando una parte della vertebra e creando così un nuovo percorso al liquido encefalico».
La nuova vita di Maria Dolores
L’intervento si conclude per il meglio e «dopo appena tre settimane sono in piedi pronta ad iniziare una nuova vita».
Maria Dolores torna, così, alla sua vita e al suo bambino, Angelo: «Se oggi posso abbracciare e fare le coccole a mio figlio è solo grazie ad una bellissima pagina di buona sanità tutta cosentina, fatta di umanità e competenza, che merita di essere raccontata e fatta conoscere a quante più persone possibili».
Il nuovo cammino di Maria Dolores non può ovviamente prescindere da colui che ne ha tracciato il solco: «Non finirò mai di ringraziare il dott. Aiello e le splendide persone che lavorano nel reparto di neurochirurgia, per la loro grande competenza e per l’umanità e la sensibilità che hanno sempre mostrato nei miei confronti. In questo lungo e difficile percorso, grazie a loro, non mi sono mai sentita sola, ho sperimentato sulla mia pelle che una sanità di alto livello esiste anche alle nostre latitudini ed è fatta di uomini e donne che lavorano, spesso, lontano dai riflettori, con un enorme spirito di sacrificio. A loro, a tutti loro, sarò grata per tutta la vita».