Il caro bollette rischia di riflettersi sulla salute di anziani e fragili che vivono in condizioni di povertà energetica e non hanno la possibilità di riscaldare adeguatamente la propria abitazione per via dei costi troppo elevati. A lanciare l’allarme, gli specialisti della Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg), in occasione del 67esimo congresso nazionale che si concluderà il prossimo 3 dicembre a Roma, presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore.

Caro bollette e povertà energetica

«La necessità di sopportare il freddo in casa per il caro-bollette non è solo una condizione spiacevole ma anche pericolosa per la salute degli anziani soprattutto per l'apparato cardiovascolare - afferma Francesco Landi, presidente nazionale Sigg e direttore Uoc Medicina interna geriatrica Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs, -. Generalmente con l'avanzare dell'età il sistema di termoregolazione si deteriora e molti anziani avvertono maggiormente freddo anche in casa, soprattutto agli arti e alle estremità, perché l'organismo concentra il calore nelle parti fondamentali del corpo, cioè cuore, cervello e polmoni».

I rischi per la salute

«Spesso l'anziano - spiega ancora Landi - può sentire freddo perché ha una pelle sottile con minor grasso corporeo, o perchè si muove o mangia poco o ha una massa muscolare ridotta e un metabolismo rallentato con minore produzione di calore. Ma una sensazione di freddo continua dovuta a un tempo prolungato di esposizione a basse temperature in casa, può comportare una riacutizzazione di malattie respiratorie e cardiache, delle cadute, con il drammatico corollario delle fratture e un aumento dei ricoveri ospedalieri e fino anche della mortalità».

Il professionista entra nel dettaglio: «Studi epidemiologici dimostrano che vivere in una casa fredda aumenta il rischio di ictus e infarto, in chi ha già problemi cardiaci - evidenzia Landi -. Quando la temperatura in casa si abbassa, infatti, i vasi sanguigni si restringono, aumentando la pressione sanguigna e ostacolando la circolazione. Anche il nostro sangue – sottolinea - diventa più denso, in parte a causa di un aumento dei livelli di una proteina chiamata fibrinogeno e di altre molecole responsabili della coagulazione. La restrizione dei vasi sanguigni, inoltre, porta anche a una maggiore minzione, che può causare disidratazione se i liquidi persi non vengono sostituiti in maniera sufficiente con l'assunzione di più acqua. Questi cambiamenti possono aumentare il rischio di coaguli di sangue e costringere il sistema cardiovascolare a lavorare di più».

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I rischi per anziani e fragili

L’analisi del presidente Sigg è chiara: «Il freddo domestico può anche avere effetti dannosi sul sistema respiratorio e aggravare malattie come l'asma e la broncopneumopatia cronica ostruttiva, patologie tra le più comuni nella terza età - spiega ancora -. Respirare aria fredda in casa può irritare le vie respiratorie e scatenare sintomi come tosse e produzione di muco. Alcune evidenze suggeriscono che basse temperature in casa possono essere il microclima ideale per la diffusione dei rinovirus e dei virus dell'influenza, che rimangono vitali più a lungo». Non solo. «La sensazione di freddo può aumentare il dolore cronico, specialmente quello legato a patologie tipiche dell'età avanzata come l'artrite o l'artrosi». Tutto ciò «potrebbe aumentare il rischio di subire una caduta o qualche altro infortunio in casa».

In più, locali freddi possono innescare fattori ambientali che possono comportare conseguenze dannose sulla salute degli anziani, come l'umidità e la muffa, che sono più comuni nelle case scarsamente riscaldate. Eppure, ad oggi, riscaldare un appartamento è una spesa non sostenibile per persone con basso reddito. Si stima che in Italia siano 3 milioni gli anziani non in grado di riscaldare adeguatamente le proprie case e che in Europa sono 36 milioni di over 65 che soffrono di "povertà energetica".