«Le visite sono state ridotte ma anche gli interventi di angioplastica coronarica, l'impianto di valvole per via percutanea, interventi sulla valvola mitrale. Tutto è diminuito a causa della pandemia per via dell'organizzazione sanitaria. Tutta la sanità in Italia, e quindi anche in Calabria, è sostanzialmente focalizzata sul Covid».

Ricoveri ed esami ridotti nei reparti di cardiologia di due ospedali su tre. È l'allarme lanciato dalla Società italiana di Cardiologia, con in testa il professore Ciro Indolfi, direttore della cardiologia del Policlinico universitario Mater Domini di Catanzaro. Molte Utic, spiega il luminare, sono state riconvertite in rianimazione pur essendo la variante omicron non aggressiva che, nella maggior parte dei casi non necessità di un intervento di terapia intensiva.

Una situazione per la quale la mortalità per infarto e ictus rischia ora di tornare ai livelli di 20 anni fa: «Non dobbiamo dimenticare che oggi noi viviamo 5 anni in più grazie alla cardiologia. Abbiamo dei macchinari e delle strategie che fino a qualche anno fa erano impensabili. La terapia sia farmacologica sia interventistica in cardiologia, si è tradotta con un allungamento della vita media».

L'appello a chi gestisce la sanità

A complicare lo scenario vi è anche il rischio per i pazienti guariti da covid, con o senza complicanze, di contrarre nell'anno successivo malattie cardiovascolari: «Uno studio importante pubblicato sulla rivista Nature ha dimostrato che questi pazienti hanno il 70% in più di rischio di scompenso cardiaco, elevato rischio di infarto, pericarditi, miocarditi ed altre malattie».

Dunque considerata l'organizzazione insoddisfacente per quanto riguarda il cuore, il rischio di malattie cardiovascolari per i pazienti guariti da Covid e la poca prevenzione per tutti i soggetti durante questo periodo pandemico, per il futuro, secondo Infolfi, non si può prevedere nulla di buono. Da qui l'appello della Sic a chi ha in mano la gestione della sanità, quindi alle Regioni: «vogliamo fare presente che se non diamo l'attenzione giusta ai pazienti cardiopatici, avremo un aumento della mortalità e i benefici ottenuti grazie alle grandi innovazioni della cardiologia verranno persi».