Un documento rivela che dal 2 settembre le operazioni in emergenza e urgenza verranno espletate nuovamente nel nosocomio cetrarese, fino a nuove disposizioni. L'incognita del punto nascita dopo la morte, a due ore dal parto, di Santina Adamo
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«Considerato che l'emergenza/urgente afferente alla disciplina di chirurgia generale dello spoke Cetraro/Paola è allocata irrazionalmente presso lo stabilimento ospedaliero di Paola, privo della Unità operativa complessa di Rianimazione, e che ciò comporta gravi rischi per la salute dei pazienti, si dispone che a far data dal 2 settembre 2019 l'emergenza/urgenza di chirurgia generale venga espletata presso lo stabilimento ospedaliero di Cetraro, fino a nuove disposizioni. I direttori dell'area chirurgica in indirizzo sono invitati a dar seguito con immediatezza alla disposizione». E' quanto si legge in un documento ricevuto nelle scorse ore da numerosi dirigenti della sanità calabrese ai loro indirizzi di posta.
La riattivazione delle attività chirurgiche a Cetraro
Da maggio scorso, le sale operatorie dell'ospedale di Cetraro non erano più state utilizzate per le operazioni dei pazienti in regime di emergenza e urgenza. A causa di una gravissima carenza di personale sanitario, che non ha consentito il prosieguo delle attività, gli interventi si potevano autorizzare solo se programmati e dunque solo a beneficio dei pazienti già ricoverati. Ma nelle ultime settimane, le attività frenetiche e un numero sempre minore di medici in servizio, ha compromesso anche quelli. Così, il polo chirurgico di zona era stato incentrato nelle sale operatorie dell'ospedale San Francesco di Paola, che per tre mesi si è fatto carico di tutte le emergenze del territorio, una striscia di terra di cento chilometri in cui è praticamente accaduto di tutto: accoltellamenti, omicidi, incidenti, risse, malori, annegamenti e tutto ciò che può capitare lungo una costa presa d'assalto da quasi un milione di turisti.
Il contrordine
Da stamattina, il nuovo ordine è che gli interventi chirurgici in regine di emergenza e urgenza vengano effettuati nuovamente a Cetraro. Il motivo, secondo quanto riporta il documento, è che non essendoci all'ospedale San Francesco il reparto di rianimazione, i pazienti freschi di operazione correrebbero grossi rischi per la salute. Molte volte, infatti, appena usciti dalle sale operatorie vengono caricati sull'ambulanza e sballottati da un ospedale all'altro in cerca di un posto in Rianimazione.
A rischio il reparto di Psichiatria
Se da un lato l'ospedale di Cetraro gioisce per il ritorno del polo chirurgico, dall'altro rischia di perdere un altro reparto. A causa dell'inarrestabile emorragia del personale, stavolta a rischiare la chiusura è il reparto di Psichiatria con i suoi 6 posti letto. Dei cinque medici che hanno finora retto il reparto, tra trasferimenti e prossimi pensionamenti, a settembre ne rimarranno 2. Decisamente pochi. L'unica soluzione, come paventato in una riunione dei giorni scorsi, sarebbe quella di chiedere supporto ai 4 medici dei centri di salute Mentale in servizio nelle strutture sanitarie del litorale tirrenico. Anche qui la situazione è controversa. L'unico psichiatra selezionato nei mesi scorsi grazie a un bando pubblico, alla fine ha rifiuto l'incarico.
L'incognita del punto nascita
Come ricorderete, le tragiche vicende sulla morte di Santina Adamo, morta due ore dopo il parto, avevano portato a una serie di ispezioni, che, com'era immaginabile, hanno messo in risalto numerose criticità del punto nascita dell'ospedale di Cetraro. Il rischio di una nuova tragedia è dietro l'angolo, avevano profetizzato gli ispettori del ministro Grillo, e il direttore sanitario Vincenzo Cesareo aveva immediatamente sospeso ogni attività. Non si tratta di una soppressione, avevano fatto eco i rappresentanti regionali della sanità, ma di una momentanea sospensione finalizzata alla risoluzione dei problemi. Problemi che, a quanto pare, sarebbero stati risolti velocemente. Ma solo il parte. Il bando indetta per la ricerca di un primario del punto nascita è stato annullato perché illegittimo e la riunione prevista in mattinata, quella in cui il commissario ad acta Saveio Cotticelli avrebbe dovuto rivelarne le sorti, è stata rimandata a data da destinarsi.