Arriva a Reggio la protesta dei 100 dipendenti dello studio radiologico di Siderno

VIDEO | Da quattro mesi non ricevono gli stipendi e la struttura è a rischio chiusura. Finita al centro dell'inchiesta sui doppi pagamenti da parte dell'Asp, lo stesso ente di via Diana blocca il saldo delle fatture.  I lavoratori:« ci tolgono il futuro, ma lo tologno anche a tutta la Locride»

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di Angela  Panzera
23 ottobre 2019
14:03

«Non c’è più tempo. La Prefettura deve intervenire e l’Asp deve dire come intende procedere non possiamo stare in balia del nulla». Si sentono esasperati ed umiliati i cento dipendenti dello “studio radiologico” di Siderno oggi giunti a Reggio Calabria per protestare dinnanzi la sede del palazzo del Governo. Da ben quattro mesi non ricevono infatti lo stipendio. La struttura è finita al centro dell’inchiesta sui doppi pagamenti da parte dell’Asp e adesso rischia la chiusura poiché l’ente di Via Diana, pur essendoci stato un sequestro delle somme percepite-secondo la Procura dello Stretto in modo illegittimo- chiede garanzie economiche alla proprietà troppo alte. Dalla somma che l’Asp deve corrispondere mensilmente alla struttura (circa 500mila euro) e che serve per pagare lo stipendio ai dipendenti, l’azienda sanitaria avrebbe chiesto una trattenuta del 50% complessivo, mentre i lavoratori sarebbero disposti a decurtarsi il 10%. Al momento nessuna intesa è stata trovata e cento famiglie quindi rischiano di non avere più un futuro.

«È una crisi inspiegabile. A fronte di una indagine della magistratura che ha avuto come conseguenza già un sequestro cautelativo di 4 milioni e 25mila euro- ha dichiarato  Isidoro Napoli, medico dipendente dello studio radiologico, si è aggiunto, su questa su questa sgradevole vicenda che rispettiamo perché` l`azione della magistratura tende a scavare a trovare la verità, un atteggiamento incredibile da parte della Asp di Reggio Calabria che ha smesso di corrispondere i pagamenti delle fatture per i mesi che vanno da marzo fino ad oggi». Nonostante tutto i dipendenti continuano a lavorare anche perché per la Locride il centro rappresenta  un punto di riferimento che sopperisce alle mancanze dell’ospedale pubblico. « È da sottolineare poi l'impegno - ha aggiunto Napoli - dei lavoratori della struttura: madri e padri di famiglia, che in questi quattro mesi, nonostante non ricevano lo stipendio, hanno continuato a mantenere in perfetto ordine l'istituto, senza fare avvertire ai pazienti alcun disagio. Oggi abbiamo effettuato la prima vera protesta, sospendendo l’attività lavorativa - ha detto il medico - ma per evitare che questo ricada come disagio sui pazienti che erano già programmati, abbiamo deciso di lavorare domenica e recuperare quanto non faremo oggi».


A pagarne quindi le conseguenze sono purtroppo i lavoratori che ogni girono si stanno recando a prestare il proprio servizio con l’ansia di non avere più un futuro. «In questa storia però, ci tiene a precisare Giovanni Di Landro, tecnico dello studio radiologico, viene messo in discussione anche il diritto alla salute dei cittadini poiché noi effettuiamo prestazioni di altissimo livello che il pubblico non riesce ad effettuare o sicuramente a non effettuare in modo celere come noi. A perdere è tutta la Locride». 

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