Nuovo primato di chirurgia all’Ospedale Annunziata di Cosenza dove è stato effettuato un eccezionale intervento chirurgico consistito nella asportazione  di un tumore recidivo complicato da una trombosi neoplastica che aveva invaso i rami vena porta con il rischio di renderlo inoperabile. I dettagli sono contenuti in una nota stampa dell'Equipe di Chirurgia dell'Ospedale cosentino.

Cosenza, intervento su paziente malato di tumore

Il paziente, di 66 anni, artista cosentino e noto in città, ha fortemente voluto rendere pubblica la sua esperienza perché possa essere di aiuto per altri pazienti. In un centro trapianti del Nord era stato scartato per il trapianto di fegato, essendo la trombosi dei vasi portali una controindicazione assoluta alla sostituzione dell’organo. «Deve ritornare a casa e fare la terapia medica», in sostanza non c’è niente altro da fare,  si è sentito dire.  Ricordandosi che 10 anni prima era stato operato all’Annunziata di Cosenza per calcolosi della colecisti dal professor Bruno Nardo, ed avendo appreso che il noto professionista, esperto di chirurgia del fegato e dei trapianti (formato al Policlinico Universitario del S. Orsola di Bologna), era ritornato a fare il primario della Chirurgia Generale all’Annunziata, ha deciso di contattarlo.

Il racconto del paziente: «Non ero spacciato»

«Dopo l’incontro con il professore ho capito che, nonostante il mio tumore fosse avanzato, non ero ancora spacciato come mi era stato detto. Con uno spirito di squadra, e coinvolgendo vari professionisti dell’Annunziata, il professore nel giro di pochissimi giorni - aggiunge - mi ha sottoposto ad una batteria di esami, per studiare nei dettagli la sede precisa della trombosi neoplastica, sperando che nel frattempo non fosse progredita. Dopo un consulto multidisciplinare si è stabilito che poteva essere operato asportando tumore e trombosi».

Nella prima sala operatoria utile si è proceduto al delicato intervento. Al tavolo operatorio oltre al professor Bruno Nardo, la sua equipe composta di giovani e validi chirurghi (i dottori Marco Doni, Veronica Crocco, Daniele Paglione). Preziosa la collaborazione dei colleghi anestesisti (la dottoressa Anna Paternostro) e degli infermieri. In sala operatoria, prima di resecare il fegato, sono state condotte ulteriori valutazioni strumentali, tra cui una ecografia e una biopsia sul fegato residuo. A quel punto non vi erano più dubbi, si poteva procedere ad asportare il fegato malato e così, senza necessità di trasfusioni di sangue, dominando prima il tumore e poi pulendo i rami portali dalla trombosi neoplastica l’intervento è stato condotto a termine. Il paziente, risvegliato in sala operatoria, è stato riportato nel reparto non avendo necessità della terapia intensiva.

Il paziente: «A Cosenza mi hanno ridato speranza»

“Ho fame” e “mi voglio alzare” sono state le prime parole che ha detto il paziente al professore Nardo, il giorno successivo. Dopo un decorso postoperatorio regolare, seguito dai medici ed infermieri della Chirurgia Generale Falcone, è pronto per tornare a casa, e nel ricordare quanto gli era stato detto nel suo viaggio della speranza, sorride e commenta: «Meno male che ho incontrato medici e chirurghi eccellenti in Calabria che mi hanno ridato la speranza di vivere».

La buona sanità in Calabria

Nello spirito di gruppo che lo ha sempre contraddistinto, il nuovo primario ha avviato collaborazioni multidisciplinari con i colleghi dei vari reparti dell’Ospedale Annunziata e con i colleghi del nuovo Corso di Medicina-Chirurgia e Tecnologie Digitali dell’Università della Calabria. Un ultimo appello viene rivolto al presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto affinchè la sanità sia posta al centro del programma di Governo. Eppure la buona sanità,  che non ti aspetti in Calabria, esiste e merita di essere valorizzata.