Adolescenti calabresi bruciati dagli “shottini”. Allarme-alcol per i ragazzi tra gli 11 e i 17 anni

IL REPORT | Riscontrati deficit cognitivi e di memoria soprattutto tra chi beve solo per ubriacarsi, con danni che spesso sono irreversibili. Maglia nera a Catanzaro, dove il problema assume dimensioni più gravi che nelle altre province, ma la media regionale è comunque più alta di quella nazionale con riferimento al numero di morti

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di Salvatore Bruno
30 maggio 2018
16:21

Il Salone degli Specchi della Provincia di Cosenza ha ospitato l’incontro dibattito organizzato dalla Regione Calabria insieme all’Istituto Superiore di Sanità nel quale sono stati illustrati i dati del Rapporto epidemiologico sul consumo di alcol. Ai lavori, introdotti dalla referente del gruppo regionale di consultazione per le dipendenze patologiche, Maria Francesca Amendola, sono intervenuti tra gli altri, il direttore dell’osservatorio nazionale sull’alcol dell’Istituto Superiore di Sanità, Emanuele Scafato, il presidente della Provincia Franco Iacucci, il delegato alle politiche sanitarie della Regione Franco Pacenza.

Adolescenti a rischio di alcolismo

Dal rapporto è emerso che tra i consumatori di alcol più accaniti in Calabria vi sono gli adolescenti di età compresa tra gli 11 e i 17 anni. L’indagine restituisce un quadro a tinte fosche «Abbiamo riscontrato, attraverso risonanze magnetiche e test condotti sui giovani assuntori di alcol, un deficit cognitivo e di memoria soprattutto tra coloro che hanno l’insana abitudine di bere per ubriacarsi – ha spiegato Emanuele Scafato - I danni maggiori incidono sulla capacità di assumere decisioni. Nell’età evolutiva infatti i ragazzi sono ancora nella fase dello sviluppo cerebrale. L’alcol determina un handicap nella formazione della corteccia frontale, nella parte in cui dovrebbe maturare il senso razionale. I danni sono irreversibili. Il soggetto rimane cristallizzato ad una fase di ragionamento adolescenziale anche quando cresce».


L'abuso di alcol incide sulle violenze domestiche e gli incidenti stradali

«La provincia di Catanzaro ha il tasso di mortalità correlato all’alcol più alto della Calabria e tra i più alti del meridione – ha aggiunto Maria Francesca Amendola - Ci sono almeno duecento patologie derivanti dall’abuso di alcol senza contare l’incidentalità stradale determinata da persone alla guida sotto l’effetto dell’alcol e l'escalation delle violenze sulle donne e sui soggetti deboli messe in atto da chi si trova sotto l'effetto dell'alcol. Per cui il rischio non è solo quello della dipendenza».

La somministrazione ai minori

L'indagine inoltre, rivela come per i minorenni sia piuttosto facile riuscire a procurarsi le bevande alcoliche. Lo affermano l'85% del campione preso in esame mentre un giovane su due afferma di aver consumato bevande proibite in esercizi pubblici e uno su tre di averle acquistate in negozi o supermercati senza essere sottoposti ad alcun controllo. 

A Catanzaro si muore di più

La media dei decessi nella provincia di Catanzaro, riconducibile all'abuso di alcol, è di 7,68 per 100mila abitanti. A Cosenza il dato rimane allarmante con 6,51 decessi. Seguono le province di Vibo Valentia (5,28), di Reggio Calabria (4,77) e di Crotone (4,13). In Calabria la media è di 5,96, più alto del dato medio nazionale pari a 4,66 ogni 100 mila abitanti.

Scarsa rete assistenziale

In Calabria sono presenti solo 13 centri di assistenza, in calo rispetto al 2007 quando i presidi erano 15. Questo significa che un'alta percentuale di persone con problemi di alcolismo resta fuori dalle reti di sostegno, rimanendo imprigionata nella dipendenza fino alla morte.   

 

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Giornalista
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