Rossella Stamati è una giovane imprenditrice calabrese, più segnatamente Arberesh. Com’è noto gli arbëreshë sono gli albanesi d'Italia, una minoranza etno-linguistica albanese storicamente stanziata in Italia meridionale e insulare. Tanti sono in Calabria. Rossella si occupa di viticoltura eroica, cioè una coltivazione svolta in condizioni estreme rispetto alla coltivazione tradizionale. Ma anche di ospitalità, eventi, enoturismo, cicloturismo e ristorazione. Il tutto nel piccolo e meraviglioso centro di Plataci, nel Parco Nazionale del Pollino.

«Ho studiato Giurisprudenza per l’Economia e l’Impresa all’Università della Calabria, diventando avvocato. Mi sono laureata anche in Economia e Commercio e successivamente ho conseguito un Master in Management dell’Enogastronomia e del Turismo a Pollenzo, all’Università Internazionale di Scienze Gastronomiche fondata da Carlo Petrini (presidente e già fondatore di Slow Food) e da Oscar Farinetti. Nelle Langhe e nel Roero, sono andata ad imparare come si faceva bene ciò che avevo in mente di realizzare anche in Calabria”. Rossella è anche sommelier con la “Fondazione Italiana Sommelier Calabria”. Ha fatto esperienze di lavoro a Milano.

Ma… «Il mio non è stato un “ritorno”, semplicemente perché non sono mai completamente andata via da Plataci, dal Pollino, e soprattutto dall’Arberia. Puoi andare via dall’ Arberia, ma l’Arberia non andrà mai via da te. Possiamo anche definirlo come un “vivere locale e pensare globale"».  Lei, la sorella e il fratello maggiori, investono energie ed entusiasmo per far crescere l’Azienda Agricola Stamati, creata dal papà, che amava il motto «pianta un albero, scrivi un libro, fai un figlio».

«La mia non è la storia di un ritorno, tantomeno è la storia di un ritorno alla terra. Non so lavorare la terra, non so guidare un trattore né poto personalmente le mie viti. Ci sono Francesco, Franco, Vincenzo, Tony, i miei preziosi collaboratori, che curano i nostri vigneti e la cantina. Io produco, divulgo, comunico e vendo il vino. Un vino meraviglioso, che emoziona perché è fatto a regola d’arte, che porta il nome del mio amato papà: “Prospero”». Rossella coltiva le vigne, certo, ma quel “coltivare” significa per lei prendersi cura di qualcosa - un’idea, una vite o un progetto - e renderla capace di dare frutti, grazie al lavoro, all’impegno e agli altri opportuni mezzi.

«Coltivo il Sangiovese, qui in Calabria, nella mia Plataci, a 690 metri di altezza. Un po' perché le follie se si fanno, si devono fare per bene, un po' perché nel corso degli studi mi sono imbattuta in una ricerca, allora ancora poco in voga, secondo la quale il Sangiovese è nato in Calabria. Ai tempi, papà mi disse: “beh, non so se il Sangiovese sia nato o no in Calabria, ma di sicuro a Plataci verrà molto bene!»

Col tempo, poi, la Calabria è stata proclamata a gran voce “zona di convergenza genetica”, cioè la miniera d’oro in cui si sono sviluppati e da cui sono partiti i vitigni chiave per altre varietà di vitigni autoctoni del sud e anche del nord Italia. Il Sangiovese tra questi. Ecco perché l’Azienda Agricola Stamati produce il Sangiovese in Calabria, perché studi genealogici hanno dimostrato che il Sangiovese è nato nella terra degli Enotri, la Calabria.

«Quello che amo particolarmente del nuovo corso della Calabria civile, è il dinamismo e la lungimiranza della nuova imprenditoria giovanile. Siamo generosi, aperti, non ci limitiamo più a coltivare ognuno l’orticello personale, guardandoci con reciproca diffidenza. Noi giovani imprenditori calabresi, siamo capaci di relazionarci tra noi, di scambiarci esperienze e know-how, di mettere insieme i nostri punti di forza e fare gioco di squadra per vincere insieme».

Rossella produce vino in un remoto paesino dell’Alta Calabria Ionica e avendo già un sacco di grane da sbrigare quotidianamente tra vigna, cantina, ristorante, marketing, burocrazia, ha preferito affidarsi ad un amico, anche lui giovane imprenditore calabrese, Michele Ruperto, ideatore di Calabria Gourmet, fortunato sito di e-commerce specializzato in prodotti enogastronomici calabresi. «Qui si può acquistare il mio vino con un clik. Da tutto il mondo».

Rossella è una cuoca provetta, però ha creato a Plataci il ristorante la “Piccola bottega del Gusto”. Seleziona con cura la materia prima da servire, prediligendo quella a chilometro zero, per garantire qualità, sostenibilità economica e ambientale e favorire l’economia circolare. Alla Piccola Bottega del Gusto si mangiano piatti preparati con la sapienza delle cuoche della tradizione Arberesh e Calabrese, sue collaboratrici ed amiche, con ricette custodite gelosamente dalla mamma e dalla zia Rina.

«Le Stridglie (pasta tradizionale Arberesh), il Capretto, i Gliacrori, sono solo alcune delle nostre specialità. È un microcosmo fatto di mescolanza e interazioni tra due tradizioni gastronomiche, quella calabrese e quella Arberesh, che incontrandosi si sono arricchite vicendevolmente, mantenendo intatta la propria identità e creando un memorabile “plus”. A conferma del fatto che “il tutto è molto più della somma delle singole parti”». Un’ altra sua passione è andare in bicicletta. «Sono fortemente convinta che il buon bere ed il buon cibo siano due modi molto intensi di entrare in contatto con la natura dei luoghi e di chi li abita. Da qui la mia determinazione, da imprenditrice, di investire nel turismo di prossimità, nell’enoturismo, nel cicloturismo, fenomeno questo in vertiginosa ascesa, così come lo stesso turismo del vino».

La Calabria e in particolare i suoi meravigliosi Borghi, le aree interne, i suoi Parchi Naturali, i suoi sentieri e i suoi tesori di biodiversità, sono il luogo naturalmente deputato al turismo lento, al turismo esperienziale, green e sostenibile. «E noi non ci siamo lasciati sorprendere dal fenomeno e puntiamo a far vivere esperienze enoturistiche e di cicloturismo in vigna e non solo, circostanza narrata dalla stessa etichetta del mio vino di punta, su cui è riprodotto il panorama stilizzato dei miei vigneti eroici e sul quale campeggia la figura di un allegro ciclista, che pedala leggero, tra i filari d’uva. Senza fretta e in discesa». I luoghi belli vanno vissuti, vanno custoditi, vanno raccontati e il Pollino Orientale, dove si trova Plataci, e dove Rossella svolge una intensa attività, è davvero un luogo di grande bellezza.

«I nostri luoghi si mostrano a volte difficili, l’entroterra e le aree interne mettono un imprenditore davanti a sfide complesse ed estenuanti. Mi è ancora ignota, ad esempio, la ragione per la quale siano stati necessari ben 4 anni per avere la fornitura dell’energia elettrica presso la sede della mia attività. Quando ho pigiato l’interruttore e la sala si è illuminata, ho gridato al miracolo. Dietro quel miracolo, però, ci sono stati attimi di vero scoramento, ma anche determinazione, perseveranza e caparbietà. Dietro quel miracolo c’è una storia di successo».

Quando Rossella definisce la sua storia imprenditoriale una storia di successo, intende certamente qualcosa di preciso. «Sì, non intendo il “successo” quale participio passato del verbo succedere, come cioè, qualcosa che è capitata. Con “successo” intendo proprio la capacità di far succedere le cose, con creatività, flessibilità e con forza d’animo Arberesh. E il successo più grande sarebbe se papà, guardandoci dal cielo, ci sussurrasse “bravi, state facendo bene”».