Uno dei più grandi calabresi di sempre: ideò il calendario che usiamo oggi

Luigi Lilio era di Cirò. Progettò per papa Gregorio XIII il nuovo sistema di computo che nel 1582 consentì di sostituire quello promulgato da Giulio Cesare nel 46 a. C. Nella commissione c’era anche un astronomo di Tropea  

di Rocco Greco
31 dicembre 2019
10:52
Papa Gregorio XIII. Nel riquadro, Luigi Lilio
Papa Gregorio XIII. Nel riquadro, Luigi Lilio

Quando i bambini nascevano in casa e l’ostetrica veniva chiamata levatrice o “mammìna”, se ciò accadeva gli ultimi giorni del mese di dicembre una prassi alquanto praticata a Pizzo era quella di dichiararne la nascita con l’anno nuovo, a gennaio. Così facendo, si asseriva, “guadagnavano n’annu”! Ciò era particolarmente praticato per i maschietti che così venivano assoggettati agli obblighi di leva un anno dopo l’effettiva classe di appartenenza.

Difatti, mastro Addècu, nato il 25 di dicembre, “a Natàli”, era stato dichiarato al municipio il 4 di gennaio e lui questa “furbata” non mancava mai di raccontarla con un pizzico d’orgoglio ogni qualvolta si trovava a dover declinare i suoi dati anagrafici, che fosse un ufficio pubblico o che discorresse con gli amici ò Spundùni.La domanda che ci siamo sempre posti a riguardo, e alla quale pensiamo di non riuscire a dare una risposta, è la seguente: l’aveva guadagnato o l’aveva perso, l’anno? Mah!

Tralasciando i dubbi “amletici” lasciateci da mastro Addècu, questo aneddoto ci richiama alla mente l’importanza che l’uomo ha sempre dato al tempo ed alla sua misurazione.

A tale riguardo, la Calabria deve certamente annoverare tra i suoi figli più luminosi cui diede i natali colui che fu il progettista della riforma del calendario ancora oggi quasi universalmente adottato: il medico e matematico Aloysius Lilius, Luigi Lilio, calabrese di Psycròn, oggi Cirò, nato nel 1510.

La modifica attuata dal Calendario Gregoriano, ufficialmente entrato in vigore il 15 ottobre 1582, a seguito dell’emanazione della bolla “Inter Gravissimas” di Papa Gregorio XIII (da cui prese il nome), si era resa necessaria per una piccola imperfezione di calcolo (circa 11 minuti e 14 secondi annui in più) che presentava il precedente Calendario Giuliano (promulgato da Giulio Cesare nel 46 a.C.) ma che, nel lungo periodo, aveva determinato un significativo scarto di tempo.

Infatti, l'anno solare non dura 365 giorni e 6 ore, come prevedeva il Calendario Giuliano, bensì (con precisione al secondo) 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi. Il non aver tenuto conto, per secoli, di tale piccolo scarto, aveva fatto avanzare il computo dei giorni di 10 unità. 


Tra le numerose proposte, la commissione di esperti, nominata da Gregorio XIII, (della quale vi faceva parte Vincenzo Lauro, di Tropea, astronomo e medico, vescovo di Mondovì e consigliere teologico) scelse quella elaborata dal medico e matematico calabrese Aloysius Lilius. L’ingegnoso progetto di riforma del calendario elaborato da Luigi Lilio permetteva di mantenere l'equinozio di primavera in una data fissa e certa, il 21 marzo, e consentiva di determinare con precisione la data della Pasqua (ragione primaria per cui la Chiesa si era assunta l'incarico di mettervi mano).

Tale riforma stabiliva: primo, di cancellare letteralmente dal calendario i giorni compresi tra il 5 e il 14 di ottobre del 1582, per recuperare il tempo perduto; secondo, levare l'anno bisestile in alcune occasioni, quelli centenari, eccetto quelli multipli di 400, per impedire l’accavallarsi di errori negli anni a seguire. Giusto per capirci, l'anno 1600 e l'anno 2000, multipli di 400, sono stati bisestile; il 1700, il 1800 e il 1900, centenari ma non multipli di 400, non lo sono stati.

Purtroppo, non si conosce molto della vita di Aloysius Lilius da Cirò, uno dei più grandi calabresi di tutti i tempi, sui cui calcoli Gregorio XIII nel 1582 emanò la bolla in base alla quale oggi si scandisce il tempo in gran parte dei Paesi del mondo. Sappiamo che ha studiato medicina e astronomia a Napoli, dove si mise al servizio dei Carafa per potersi mantenere agli studi. Molti studiosi concordano che si spense nel 1574 a Roma, altri a Verona nel 1576, comunque prima che venisse attuata la riforma da lui elaborata.

Il cratere lunare Lilius prende il nome dallo scienziato cirotano, così come l'asteroide 2346 Lilio. In informatica, la data di Lilian è il numero di giorni trascorsi dall'adozione del Calendario Gregoriano, il 15 ottobre 1582. Inoltre, nei calcoli usati per la navigazione dei satelliti, in cui la precisione è alla base di tutto, il termine usato dagli scienziati per indicare l’anno terrestre è Lilian Year, l’anno di Lilio!

Nel 2012 la Regione Calabria ha istituito la “Giornata del Calendario” in memoria di Luigi Lilio, fissandola per il 21 marzo di ogni anno e Cirò, la cittadina in provincia Crotone che lo vide nascere nel 1510, da anni ha avviato e sta portando avanti un progetto perché l’Unesco (l’Agenzia dell’Onu per la Cultura, con sede centrale in Parigi) riconosca e dichiari l’attuale Calendario Gregoriano “Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità”, per restituire dignità, immagine e peso nazionale ed internazionale alla figura storica dell’astronomo e matematico calabrese, e con lui a tutta la Calabria.


Giornalista
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